Le tensioni provocate dall’abbattimento dell’aereo russo in Turchia hanno lasciato il segno anche negli spazi aerei italiani dove, questa mattina, la tensione è stata alta.
Infatti un aereo Jet privato Falcon 900 non ha risposto ai controllori di volo causando l’immediata partenza di due caccia .
L’allarme è stato dato al 4° Stormo dell’Aeronautica militare a Grosseto. Due caccia Eurofighter si sono alzati in volo secondo una procedura di “scramble” (“decollo immediato”) e in pochi minuti hanno affiancato il Falcon, comunicando con l’equipaggio.
Una volta accertato che il silenzio radio del jet executive era dovuto a un problema tecnico, i due Eurofighter hanno fatto rientro alla base.
Tutto è bene ciò che finisce bene ma quest’episodio evidenzia la tensione di un nuovo caso Russia-Turchia ma soprattutto la paura di attentati con il Giubileo della Misericordia alle porte e le minacce dei terroristi. La paura è che possano essere effettuati voli suicidi come avvenne negli attacchi alle Torri Gemelle dell’11 settembre 2011.
Più volte è stata sottolineata sottolineare l’efficienza ed il livello di prontezza del sistema difensivo nazionale, potenziato dopo l’11 settembre. Procedure standard, regole d’ingaggio precise, una catena di comando e controllo con compiti delineati.
Ma, se da una parte l’Aeronautica ci garantisce una reazione immediata ed efficace, dall’altra non è chiaro come potrebbe essere gestita una situazione d’emergenza che vedesse un aereo civile dirottato da terroristi-kamikaze e utilizzato per un attacco verso obiettivi sensibili.
A differenza di quel che accade in altri paesi, in Italia la legge non permette di abbattere aerei civili per nessuna ragione. In Francia, in Gran Bretagna e negli Stati Uniti, a seguito degli attacchi al World Trade Center e al Pentagono sono state attivate, mediante dispositivi di legge ad hoc, delle catene di responsabilità che risalgono fino massimo vertice dell’Esecutivo. Un provvedimento legislativo simile andrebbe quantomeno discusso anche in Italia.