Vaccini per il Covid da buttare, in scadenza quasi un milione di dosi

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Vaccini –  Vi ricordate quando i vaccini scarseggiavano? Ebbene ora invece sono troppi ed in scadenza!

Infatti la pandemia impallidisce, anche in Piemonte, l’approccio della popolazione verso i vaccini è sempre più tiepido (al netto dei quasi 500 mila piemontesi che non hanno mai aderito alla campagna). E i vaccini, inutilizzati, restano nei magazzini delle Asl, scadono. In compenso ne stanno arrivando altri, più evoluti, che non solo rischiano di fare la stessa fine ma moltiplicando l’offerta, per di più in tempi ravvicinati, promettono di creare non poca confusione: in quanti devono somministrarli e in quanti devono riceverli.

Sul primo fronte fanno fede i numeri della Regione. Oggi come oggi, le aziende sanitarie hanno in giacenza nei magazzini circa un milione di dosi: la maggior parte, circa 600 mila, scadono nel 2023, soprattutto ad aprile. Tra settembre e ottobre, invece, le dosi in scadenza sono soprattutto circa 300 mila Pfizer pediatrici, che la Regione ha già messo a disposizione del governo per donarli a Paesi che ne hanno bisogno. Molto difficile: in passato ci aveva già provato, l’esperienza insegna. In alternativa dovranno essere smaltiti, un termine elegante per dire che saranno buttati.

Nei giorni scorsi la struttura commissariale centrale ha scritto alle Regioni, tutte quante, chiedendo di fornire informazioni sulle rispettive potenzialità di somministrazione di vaccini. Un’ulteriore nota ha spiegato come l’attuale contesto epidemiologico, con un incremento significativo dei contagiati ed un conseguente dilazionamento dei tempi di somministrazione delle dosi di vaccino(prima, seconda e booster) abbia generando un surplus nelle scorte. Dato l’approssimarsi della scadenza di alcuni lotti, si precisa che sarà necessario da parte di ciascuna Regione procedere allo smaltimento delle dosi scadute, in analogia a quanto previsto per gli altri vaccini. E’ il caso, ad esempio, della sostanziosa quota di antinfluenzali che ogni anno, al termine della stagione, restano inutilizzati.

Come si premetteva, l’eccesso di offerta non riguarda solo la quantità dei vaccini, ma la tipologia. Salvo contrordini, quello somministrato finora, tarato contro il ceppo originale del Covid di Whuan, resta per il ciclo primario: prime e seconde dosi. Quello aggiornato contro Omicron 1, appena consegnato sarà impiegato per le terze e le quarte. Ma a breve arriverà quello aggiornato contro le varianti Omicron 4 e 5, già autorizzato da Ema e in Italia da Aifa, che probabilmente sostituirà il secondo.