L'Amore rubato e la violenza

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In Italia sono oltre 6 milioni le donne che almeno una volta nella vita sono state vittime di violenza.

Questi i drammatici dati che emergono in occasione dell’odierna (25 novembre 2016) giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

Per non dimenticare questa giornata è sceso in campo anche il cinema italiano con un cast di attori di fama internazionale.

Elena Sofia Ricci, Stefania Rocca, Gabriella Pession, Chiara Mastalli, Elisabetta Mirra, Francesco Montanari, Alessandro Preziosi, Emilio Solfrizzi, Antonello Fassari, Massimo Poggio, Antonio Catania, Daniela Poggi, Cecilia Dazzi, Luisa De Santis, Emanuel Caserio magistralmente diretti da Iris Braschi hanno dato vita a delle storie inquietanti ma drammaticamente realistiche.

L’AMORE RUBATO intreccia le storie di 5 donne diverse tra loro, per età e estrazione sociale, ma accomunate dall’esperienza di un amore violento, morboso, che fa male. Storie ispirate a reali fatti di cronaca, che affondano nel quotidiano e che si intrecciano per dare vita a un unico grande affresco.

Il film si apre con Marina, una giovane mamma che arriva di corsa in Pronto Soccorso con un braccio rotto. Per lei l’amore ha sempre significato sottostare alle regole di Luigi, suo marito, un professionista rispettato e maniaco del controllo. Ma da quando c’è suo figlio Giacomo Marina sta scoprendo un’altra forma di amore, più profonda, più istintiva e che forse la salverà…

La seconda donna che incontriamo è Francesca, 15 anni e l’aria spensierata di un’adolescente alle prime cotte. Le sue giornate trascorrono tra le interrogazioni al liceo e un pomeriggio al mare, che però si trasforma in un incubo, quando un gruppo di compagni di classe abusa ripetutamente di lei. La riprendono con uno smartphone che si trasforma in un’arma tagliente e feroce, tra ricatti e video rubati.

Lungo una spiaggia si incontrano in un pomeriggio di settembre Angela e Gesuino: lei è una donna di 50 anni, lo sguardo affascinante ma attraversato dalla solitudine, lui un uomo timido che passa il suo tempo ad allenarsi. Tra loro l’intesa che nasce è all’inizio romantica, delicata, inaspettata: ma le attenzioni premurose dell’uomo mutano ben presto in gelosia, telefonate continue, scatti d’ira che sfociano in una vera e propria aggressione.
Hanno più o meno la stessa età ma non si sono mai incontrate, Alessandra e Anna, le ultime due protagoniste del film. Alessandra vive in palazzone di periferia con la nonna e il fratellino e lavora in una piscina come addetta alle pulizie, mentre Anna sta inseguendo il proprio sogno, calcare i palchi dei teatri più importanti come attrice. Ma i suoi Giorni Felici stanno per diventare un ricordo. Da qualche mese infatti è andata a vivere con Il Moro, una rockstar molto famosa. Due giovani donne diametralmente opposte per stili di vita e interessi ma accomunate da un identico feroce destino: Alessandra, violentata dal suo datore di lavoro, sarà costretta ad abortire, mentre Anna, sprofondata in un vortice di scatti d’ira e pestaggi continui, vedrà lentamente spegnersi i suoi sogni e il suo futuro.
Presente alla conferenza stampa con noi giornalisti il cast quasi al completo.
Il regista Irish Braschi ha evidenziato alcuni punti interessanti: “L’idea del film L’amore rubato è nata durante un mio viaggio a Bordeaux in compagnia diDacia Maraini. Eravamo lì per la presentazione di Io sono nata viaggiando, il mio docufilm
che racconta la sua eccezionale vita. Dopo la bella esperienza di quel film documentario, abbiamo pensato di continuare questo percorso di confronto creativo tra di noi, magari affrontando la trasposizione cinematografica di uno dei suoi libri.
La mia scelta è caduta subito su L’amore rubato, un libro composto da otto racconti sul tema della violenza sulle donne, tutti ispirati a fatti realmente accaduti. Un argomento estremamente importante, nonché, purtroppo, sempre attuale.
Abbiamo scelto di prendere cinque delle otto storie presenti nel libro e di intersecarle tra di loro, cercando di creare un unico grande racconto a più voci: quella di Alessandra, di Francesca, di Anna, di Marina e di Angela. Cinque donne diverse per età e per estrazione sociale, accomunate da una vita segnata dalla violenza di genere.
Stilisticamente abbiamo pensato di caratterizzare ciascuna storia con una diversa tipologia di messa in scena ed un diverso tocco cromatico, cercando però di non perdere l’unicità del racconto.
La storia di Alessandra è caratterizzata dal colore grigio, desaturato, ed è stata raccontata con macchina a spalla ed immagini sporche. La storia di Francesca è invece caratterizzata da un tocco pink e da un maggiore uso di primi piani. La storia di Anna è contraddistinta dal rosso Valentino e dall’uso del rallenty per sottolineare alcuni passaggi emotivi. La storia di Marina è stata raccontata con lunghi piani sequenza con la steadicam e un look azzurro, blu. La storia di Angela è caratterizzata da focali lunghe e una scelta cromatica che parte dal color sabbia per spingersi fino al color ruggine.
Oltre a queste piccole scelte stilistiche, abbiamo pensato da subito che la durata di questo film non doveva essere quella classica di un lungometraggio, ma doveva essere di sessanta minuti. Un formato anomalo, poco usato, ma a nostro avviso più congeniale per questo tipo di racconto e per la sua possibile diffusione. Ogni storia cinematografica ha il suo respiro, quello de L’amore rubato è di un’ora.
Questo mio film è un’opera cinematografica che ha un cuore sociale. Se alla fine di questo viaggio saremo riusciti ad incoraggiare anche una sola donna ad uscire dalla spirale di violenza che sta vivendo, allora questa nostra opera sarà servita a qualcosa oltre che a raccontare delle storie e noi avremo fatto, oltre a quello di professionisti, anche il nostro
dovere di Uomini”.

Tutto ciò per evidenziare dei drammatici dati Istat: nel 2015, 6 milioni 788 mila donne in Italia hanno subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale.
Il 20,2% ha subìto violenza fisica, il 21% violenza sessuale, il 5,4% forme più gravi di violenza sessuale come stupri e tentati stupri. Sono 652 mila le donne che hanno subìto stupri e 746 mila le vittime di tentati stupri I partner attuali o precedenti commettono le violenze più gravi La maggior parte degli stupri è commesso da un partner attuale o precedente (62,7%). Gli autori di molestie sessuali sono degli sconosciuti nella maggior parte dei casi (76,8%)
Il 10,6% delle donne ha subìto violenze sessuali prima dei 16 anni. Aumenta la percentuale dei figli che hanno assistito ad episodi di violenza sulla propria madre (dal 60,3% nel 2006 al 65,2% nel 2014).
La violenza fisica é più frequente fra le straniere (25,7% contro il 19,6% delle italiane), mentre quella sessuale più tra le italiane (21,5% contro il 16,2% delle straniere).
Le donne separate o divorziate hanno subìto violenze fisiche o sessuali in misura maggiore rispetto alle altre (51,4% contro 31,5%).
Ha subìto violenze fisiche o sessuali il 36% di chi è in cattive condizioni di salute e il 36,6% di chi ha limitazioni gravi. In questi casi, il rischio di subire stupri o tentati stupri è doppio (10% contro il 4,7% delle donne senza problemi)
Il trend degli ultimi 5 anni Le violenze fisiche o sessuali sono diminuite, passando dal 13,3% all’11,3%.
È in calo la violenza fisica (dal 5,1% al 4%) e quella sessuale (dal 2,8% al 2%) da parte di partner e ex partner sia da parte dei non partner (dal 9% al 7,7%).

In forte calo anche la violenza psicologica da parte del partner attuale (dal 42,3% al 26,4%), soprattutto se non affiancata da violenza fisica e sessuale.

Più spesso le donne considerano la violenza subìta un reato (dal 14,3% al 29,6% per la violenza da partner) e la denunciano di più alle forze dell’ordine (dal 6,7% all’11,8%).

Più spesso ne parlano con qualcuno (dal 67,8% al 75,9%) e cercano aiuto presso i servizi specializzati, centri antiviolenza, sportelli (dal 2,4% al 4,9%).
Aumentano le violenze da parte del partner che hanno causato ferite (dal 26,3% al 40,2%).
Aumenta il numero di donne che hanno temuto per la propria vita (dal 18,8% del 2006 al 34,5% del 2014)
3 milioni 466 mila donne hanno subìto stalking nel corso della vita, il 16,1% delle donne.
Di queste, 1 milione 524 mila l’ha subìto dall’ex partner, 2 milioni 229 mila da persone diverse dall’ex partner

Per dovere di cronaca va segnalato quanto dichiarato sul sito dell’associazione nazionale familiaristi italiani.

“La violenza di genere costituisce una tipologia di reato in costante espansione e di continuo interesse da parte della
comunità scientifica. Il fenomeno nella sua globalità è complesso da analizzare in quanto gli autori di reato
commettono gli episodi perlopiù entro le mura domestiche e ciò comporta, dato il legame spesso di natura
intrafamiliare tra autore e vittima, il silenzio di quest’ultima che concorre ad accrescere il cosiddetto “numero oscuro”.
Da ciò derivano i limiti dell’analisi di un fenomeno per sua natura sommerso, del quale non è facile tracciare i
contorni.
Una conoscenza approfondita del fenomeno nel suo insieme, tuttavia, è essenziale per lo sviluppo delle politiche e dei
servizi, a partire dalle campagne di sensibilizzazione per arrivare alle contromisure legislative finalizzate a prevenire
e/o contenere la violenza.
Va rilevato come inchieste, sondaggi e ricerche che analizzano tale comportamento deviante e che vengono proposte
con continuità a livello istituzionale e mediatico da diversi decenni, sono solite prendere in considerazione solo
l’eventualità che la vittima della violenza di genere sia donna e che l’autore di reato sia uomo. Tale informazione,
distorta alla sua origine, passa tramite canali ufficiali (dai media alle campagne di prevenzione) determinando una
conseguente sensibilizzazione unidirezionale che relega ad eccezioni – spesso non prese neppure in considerazione – le
ipotesi che la violenza possa essere subita e/o agita da appartenenti ad entrambi i sessi.
L’indagine presentata in questo articolo è finalizzata a raccogliere elementi di valutazione ancora inesistenti nel nostro
Paese, utili a verificare se esista, ed eventualmente in che misura, una realtà diversa da quella fondata esclusivamente
su condizionamenti, luoghi comuni e pregiudizi.




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