19 Dicembre – Giorni ‘roventi’ questi che conducono verso il Natale.
Nelle scuole i presepi sono quasi inesistenti, ieri abbiamo avuto anche la notizia del sacerdote che non ha voluto fare il presepe in Chiesa per non offendere le altrui sensibilità, neppure il Natale pagano festeggia poichè nei negozi le vendite sono in calo del 20 per cento.
Mario Adinofi ha lanciato un appello i queste ore: “In prima serata su Raiuno prima Emma Bonino illustra senza contraddittorio e con Fabio Fazio a fare da spalla i “benefici” della legge con cui ci uccideranno togliendoci l’acqua in ospedale, poi la stessa Bonino mostra un enorme simbolo del suo nuovo partito e chiede di votarlo alle elezioni. Noi non avremo mai la prima serata da Fabio Fazio, ma ormai credo vi sia chiaro che dovremo trasformarci in cento, mille, diecimila antenne ripetitrici del simbolo e della proposta del Popolo della Famiglia. Solo un successo oltre ogni aspettativa del Pdf bloccherà il secondo tempo turpe e già scritto di questo film dell’orrore. Davvero è una questione di vita o di morte”.
Di mio pugno ho aggiunto queste parole che chi mi segue su facebook avrà già letto: “Comunque la pensiate sull’argomento nessuno può negare che in tv ci va soltanto chi si vuole far ascoltare.
Conosco persone (tante) che ritengono giusto poter scegliere di morire (ma nella maggior parte dei casi si tratta di poter scegliere di non soffrire).
Nel nostro cuore ciascuno sa bene cosa è giusto ma non è questo il punto che personalmente desidero sottolineare.
Io non ritengo eticamente e moralmente giusto che per accontentare alcuni debbano farci il lavaggio del cervello!
Vuoi morire? Fallo ma in silenzio e senza proclami.
E’ un tuo problema con Dio (perché tanto pure se non ci credi davanti a lui dovrai transitare).
Perché volere una legge? Perché voler far credere al mondo che sia giusto farlo per tutti?
Ho visto tante persone piangere per una morte ebbene in questi giorni ho visto, sui banchi del Parlamento gente piangere per aver ottenuto il diritto di morire (e non fate i sapientoni scrivendomi che non è proprio così!)
Che poi in questa società IPOCRITA pochi hanno il coraggio di sottolineare che (forse?!) in Italia quella che oggi è legge era già silenziosamente applicata!”.
Il Papa ha parlato della figura di San Giuseppe (Colui che per al giorno d’oggi sarebbe deriso e maltrattato e che invece ha creduto a Dio ed ad a Maria)…………..
Papa Francesco ha evidenziato le emozioni di Giuseppe, quando in Maria incominciarono ad essere “visibili” i segni della maternità, una volta tornata dalla casa di Elisabetta: parla dei “dubbi” dell’uomo, del suo “dolore”, dalla sua “sofferenza”, mentre tutt’intorno cominciavano a mormorare “le chiacchierone del paese”. Egli “non capì” ma sapeva che Maria era “una donna di Dio”: decise così “di lasciarla in silenzio”, non accusandola “pubblicamente”, finché non “intervenne il Signore”, con un angelo in sogno, che gli spiegò come il bambino “generato in lei” venisse “dallo Spirito Santo”. E così “credette e obbedì”. (obbedire verbo che nel 2017 appare DIMENTICATO).
Giuseppe lottava dentro; in quella lotta, la voce di Dio: “Ma alzati – quell’‘alzati’, tante volte, all’inizio di una missione, nella Bibbia: ‘Alzati!’ – prendi Maria, portala a casa tua. Fatti carico della situazione: prendi in mano questa situazione, e vai avanti”. Giuseppe non è andato dagli amici a confortarsi, non è andato dallo psichiatra perché interpretasse il sogno… no: credette. E’ andato avanti. Ha preso in mano la situazione. Ma cosa doveva prendere in mano, Giuseppe? Qual era la situazione? Di quale cosa Giuseppe doveva farsi carico? Di due cose. Della paternità e del mistero….. E se Gesù uomo ha imparato a dire “papà”, “padre”, al suo Padre che conosceva come Dio, lo ha imparato dalla vita, dalla testimonianza di Giuseppe: l’uomo che custodisce, l’uomo che fa crescere, l’uomo che porta avanti ogni paternità e ogni mistero, ma non prende nulla per sé.
Costui è il “grande Giuseppe”, del quale Dio aveva bisogno per portare avanti “il mistero della ri-conduzione del popolo verso la nuova Creazione”.
Abbiamo poi il MINISTRO FEDELI che scivola sul congiuntivo. Un mionistro ed un governo che tratta gli italiani come il congiuntivo! Accantonati!
Inutile commentare oltre su questo vi allego la fotografia dell’errore/orrore
Abbiamo poi l’intervento concernente l’utero in affitto:
La Corte Costituzionale sancisce in una sua sentenza, la numero 272, che l’utero in affitto «offende
in modo intollerabile la dignità della donna e mina nel profondo le relazioni umane». Sempre secondo
la sentenza, «la verità biologica della procreazione costituisce una componente essenziale dell’identità
personale del minore». Respinta l’eccezione di illegittimità costituzionale dell’articolo 263 CC.
Per finire la ciliegina sulla torta. Qui vi inserisco il fulcro dell’articolo scritto dal giornalista Antonio Socci sulle dichiarazioni di D’Alema (e non solo) sulla tremenda situazione dell’Italia. Un Governo succube di Germania e Francia sta svendendo il paese e la sua sovranità all’Europa, non riesce ad imporsi neppure sul ricollocamento dei migranti (a proposito so da fonti certissime e dirette che gli sbarchi proseguono ma voi ne sentite più parlare?) e l’Euro ci sta portando alla rovina. Rammentate la Grecia?
“Era presidente del Consiglio proprio D’Alema nel 1999 quando l’economista Paul Krugman – poi Premio Nobel – ci avvertiva: “Adottando l’euro, l’Italia si è ridotta allo stato di una nazione del Terzo Mondo che deve prendere in prestito una moneta straniera con tutti i danni che ciò implica”.
Ma non risulta che a Palazzo Chigi si siano allarmati per l’annunciato disastro. Anzi il centrosinistra dagli anni novanta ha fatto dell’Euro e dell’Unione Europea una sorta di “religione civile”, con dogmi indiscutibili, sebbene tutti smentiti dalla dura realtà dei fatti.
ALLA LUCE DEL SOLE
Non a caso D’Alema nella stessa intervista di ieri resta sempre nell’orizzonte di questa UE e dell’euro.
Eppure D’Alema sa bene come stanno le cose. E, per esempio, in una intervista televisiva del luglio 2015 sulla crisi greca, dimostrò di conoscere perfettamente il meccanismo perverso che stritola i paesi più deboli. Lo illustrò pubblicamente così:
“Moneta unica, ma differenti livelli di competitività e forza economica. In Germania il costo del denaro è bassissimo, anzi, addirittura con interesse negativo. Quindi le banche tedesche raccolgono denaro dai risparmiatori tedeschi, che per loro ha un costo quasi nullo, comprano i titoli della Grecia, che paga il 15 per cento di tassi d’interesse, perché paese a rischio, e guadagnano una montagna di soldi. Da un paese povero come la Grecia enormi risorse si trasferiscono verso un paese ricco come la Germania. E il paese povero si impoverisce sempre più, mentre il paese ricco si avvantaggia sempre di più”.
Una spiegazione chiara che già dovrebbe far riflettere criticamente. Ma poi, quando il paese povero, con la gente alla canna del gas, non è più in grado di pagare cosa succede? Dovrebbero rimetterci le banche che hanno lucrato fin lì enormi profitti? Invece no.
“Quando il paese povero non è più in grado di pagare i debiti” spiegava sarcastico D’Alema “arrivano gli aiuti europei. Noi [europei] abbiamo dato alla Grecia 250 miliardi di euro, ma non per le pensioni dei greci, ma per pagare gli interessi alle banche tedesche e francesi (e – molto parzialmente – italiane): 220 miliardi dei 250 miliardi di aiuti sono andati direttamente alle banche tedesche, francesi e italiane [in minima parte]: i prestatori. Questo meccanismo non può reggere a lungo”.
Sembrerebbe una stroncatura drastica. Invece D’Alema non ne ha mai tratto le conseguenze: mai a Sinistra si è messa in discussione questa Unione europea, l’euro e i trattati.
Eppure, oggi, non basta dire che l’Italia è “subalterna allo straniero” e prostrata. Bisogna dire perché si è ridotta così. Se non si ripensano l’euro e la Ue non si uscirà mai dalla sudditanza e si andrà verso il baratro.
Del resto lo stesso Matteo Renzi – il 3 agosto 2017, quando non era più premier – riconosceva (come riporta un tweet del TgLa7): “Ue: abbiamo sbagliato a non difendere i nostri interessi nazionali”.
Un’ammissione stupefacente. Che però – anch’essa – non è stata seguita da revisioni autocritiche. Anzi”.
Se volete sapere di più (l’intera disamina della situazione) andate a leggerlo su
https://www.romanews-lasupervisione24.com/ (in altro articolo)
Che dirvi la sensazione è quella di uno Stato che ci prende in giro, che vuole stordirci, che vuole farci passare lo sbagliato per giusto ed il male per il bene.
L’imperativo è pensare poco ai panettoni, al cotechino ed ai falsi buonismi natalizi (buono si è se lo si vuole essere e non certo perché ci si ritrova seduti a tavola insieme).
Fermiamoci davanti al Presepe e ricordiamoci perché festeggiamo il Natale. Molti adulti lo stanno rovinando anche ai bambini, vogliono cancellargli il presepe, Babbo Natale, la Befana, la Stella Cometa. Già perché l’uomo deve CAPIRE tutto, credere soltanto in quel che vede e sentirsi sempre più SUPER (uomo).
L’esempio di San Tommaso dovrebbe essere guida per tutti…. ma proprio tutti!
19 Dicembre 2017