Il Giubileo di San Gabriele dell’Addolorata

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San Gabriele – Il santo dei giovani, il santo dei miracoli, il santo del sorriso: con questi tre appellativi è conosciuto San Gabriele dell’Addolorata.
La scelta della vita religiosa per lui fu radicale fin dall’inizio. Aveva trovato finalmente la sua felicità. Scriveva ai familiari: “La mia vita è una continua gioia. Non cambierei un quarto d’ora di questa vita”. La sua fu una vita semplice, senza grandi gesta, contrassegnata dall’eroicità del quotidiano, che viveva da innamorato del Crocifisso e della Madonna. San Gabriele è il santo dei miracoli, invocato in ogni parte del mondo come potente intercessore presso Dio.
Sulla sua tomba continuano ad accadere numerosi prodigi e sono tanti coloro che raccontano grazie e guarigioni da lui ottenute. Si contano a migliaia gli ex voto portati dai devoti al santuario in segno di riconoscenza.
San Gabriele è il santo del sorriso. Seppe vivere sempre con gioia ed entusiasmo la sua esistenza. Né le varie sofferenze della sua vita, né la morte in giovane età riuscirono a spegnere il suo sorriso.
Il 2021 è l’anno in cui ricorre il centenario della sua canonizzazione. Per ricordare tale evento sono previste numerose celebrazioni e manifestazioni, con un calendario che sarà definito prossimamente.
Oggi dunque, sabato 27 febbraio 2021 (giorno in cui la Chiesa celebra la memoria liturgica del santo patrono d’Abruzzo amato e venerato in tutto il mondo) l’apertura della Porta santa nel Santuario di Isola del Gran Sasso segnerà ufficialmente l’inizio delle Celebrazioni per il Centenario della Canonizzazione di San Gabriele dell’Addolorata, avvenuta per opera di Papa Benedetto XV il 13 maggio 1920.
La celebrazione giubilare, posticipata al 2021 a causa dell’emergenza Covid-19, durerà per un anno intero, fino al 27 febbraio 2022, ed è promossa dalla Diocesi di Teramo-Atri insieme alla Congregazione dei Padri passionisti.
Si tratterà di un evento di carattere pastorale, culturale e sociale. Nel corso del Giubileo si susseguiranno appuntamenti per stimolare in ogni campo la riflessione sulla figura di San Gabriele nella Sua alta valenza ecclesiale e morale. E poiché San Gabriele dell’Addolorata, oltre a essere patrono della regione Abruzzo, è il santo protettore dei giovani cattolici italiani, il tema che animerà l’intero cammino giubilare in questo tempo ancora immerso nella pandemia sarà: “CON I GIOVANI, PROTAGONISTI NELLA STORIA”.
Ai giovani, infatti, saranno riservati momenti di riflessione, di incontro e di preghiera. Questi i principali eventi in programma:

8 maggio 2021 – Veglia mariana internazionale: “Maria, il modello per una Chiesa giovane”;
24-25 luglio 2021 – Giubileo dei giovani: “Lui vive e ti vuole vivo!” (papa Francesco);
7 agosto 2021 – Pellegrinaggio notturno Teramo-Isola del Gran Sasso: “Accanto a te c’è il Risorto”.
Oltre al mondo giovanile, molta attenzione sarà riservata all’ambito della scuola, dell’Università e dei Centri di ricerca. Queste le iniziative a loro dedicate:
7-8 maggio 2021 – Convegno internazionale: Gli adolescenti e il patto educativo globale inter-generazionale;
28-29 maggio 2021 – Meeting internazionale: la Scienza per la pace;
30 settembre – 2 ottobre 2021 – IV Forum internazionale del Gran Sasso e Conferenza euro-africana dei Rettori.

Tema: Allargare gli orizzonti della carità – per una nuova progettualità sociale.
Quest’ultimo importante evento avrà come consueto obiettivo quello di coinvolgere tutte le forze intellettuali, culturali e produttive nella elaborazione di una nuova progettualità sociale riscoprendo una nuova sintesi della carità: samaritana, intellettuale e politica. Il IV Forum intende nello specifico raccogliere le attese e le sfide emerse nel tempo della pandemia e unire, nella diversità delle proprie competenze, le realtà sociali ed istituzionali con particolare attenzione alle nuove generazioni. In programma, anche per questa edizione del Forum, la Conferenza dei Rettori Euro-Africana.
Queste e tutte le altre numerose iniziative previste dal programma (citiamo tra questi il giubileo dei movimenti ecclesiali, il giubileo del motociclista, il giubileo delle forze dell’ordine e istituzioni, il giubileo della famiglia laicale passionista, il giubileo del pellegrino, il giubileo dei giovani, il giubileo degli ammalati, il giubileo delle confraternite, il giubileo degli artisti, il giubileo degli sportivi, il giubileo degli studenti, il giubileo dei bambini, il giubileo del volontariato, il giubileo degli universitari, il giubileo dei lavoratori e il giubileo degli alpini) si svolgeranno nel rispetto della vigente normativa in materia di Covid-19.
A tale proposito va ricordato che sono ammessi spostamenti verso il Santuario di San Gabriele dell’Addolorata esclusivamente per coloro che provengono dal comune di Isola del Gran Sasso o dai comuni con meno di 5000 abitanti compresi nel raggio di 30 chilometri di distanza dal luogo della celebrazione, e per coloro che sono in possesso di specifico invito.
La Porta santa sarà aperta alle ore 11 dal vescovo di Teramo-Atri monsignor Lorenzo Leuzzi, con la partecipazione dei vescovi della Conferenza episcopale abruzzese-molisana, di autorità civili e militari e dei pellegrini che potranno arrivare nel rispetto delle normative anticovid.
Durante l’apertura della Porta santa sarà diffusa la lettera che Papa Francesco ha voluto inviare al vescovo di Teramo in occasione dell’inizio delle celebrazioni giubilari al santuario teramano.
La cerimonia di apertura della Porta santa di sabato 27 febbraio alle ore 11.00 potrà essere comunque seguita integralmente e in diretta sul canale YouTube della Diocesi di Teramo-Atri, sulle pagine Facebook “Chiesa di Teramo-Atri” e “Santuario di San Gabriele dell’Addolorata” nonché sulle televisioni locali Tv6 (canale 14), Teleponte (canale 15 e 117), Trsp (canale 17 in Abruzzo e canale 15 in Molise), R115 (canale 115), R+ News (canale 116) e SuperJ (canale 634 e 603 per la Val Vibrata). Previsti anche collegamenti da parte dell’emittente Vera TV (canale 79).
Ogni Giubileo è un tempo di grazia, di perdono e di misericordia offerto ai credenti per rinnovarsi nella propria vita cristiana, riconoscendo i propri peccati e chiedendo perdono a Dio.

Durante l’anno giubilare per il centenario della canonizzazione di san Gabriele è possibile ricevere il dono dell’indulgenza plenaria.
Ordinariamente Dio concede il perdono mediante il sacramento della Penitenza, ma l’avvenuta riconciliazione con Dio non esclude la permanenza di alcune conseguenze del peccato dalle quali è necessario purificarsi, sia quaggiù (con la preghiera e le opere di penitenza), sia dopo la morte, nello stato chiamato Purgatorio: è la cosiddetta pena temporale del peccato.
L’indulgenza mira all’eliminazione di questa pena temporale. L’indulgenza non è una sorta di sconto, ma implica invece come conseguenza un reale cambiamento di vita, una progressiva eliminazione del peccato.
In occasione dell’anno centenario della canonizzazione di San Gabriele dell’Addolorata (1920-2020), la Penitenzieria Apostolica Vaticana ha concesso il dono dell’indulgenza plenaria.
Così recita il Decreto vaticano: “Accogliendo la richiesta recentemente a noi pervenuta dall’eccellentissimo Pastore Monsignor Lorenzo Leuzzi Vescovo aprutino di Teramo-Atri, insieme al superiore del santuario di san Gabriele dell’Addolorata in Isola del Gran Sasso della predetta diocesi, in occasione delle solenni celebrazioni in onore del santo patrono Gabriele che si terranno nel medesimo santuario dal giorno 17 maggio 2020 fino al giorno 30 maggio 2021, attingendo dai celesti tesori della Chiesa benignamente concede l’indulgenza plenaria alle solite condizioni (confessione sacramentale, comunione eucaristica e preghiera secondo le intenzioni del Papa) da lucrarsi da tutti i cristiani sinceramente pentiti e spinti dalla pietà”.
I pellegrini che visitano il santuario di San Gabriele e partecipano a una celebrazione giubilare, o trascorrono un congruo spazio di tempo davanti all’urna di San Gabriele, da concludere con la preghiera del Padre nostro e del Credo, e con preghiere rivolte alla Vergine Maria e a san Gabriele.
Gli anziani, gli infermi e coloro che per gravi motivi non possono uscire da casa potranno ugualmente ricevere l’indulgenza plenaria dopo aver deciso il distacco da ogni peccato e con l’intenzione di adempiere quanto prima possibile le solite tre condizioni, se davanti a qualche immagine del santo si siano spiritualmente uniti alle celebrazioni giubilari e avendo offerto al Signore le loro preghiere e sofferenze.
Va rammentato che l’indulgenza plenaria può essere ricevuta per tutto l’anno centenario giubilare (dal 27 febbraio 2021 al 27 febbraio 2022) una sola volta al giorno per sé, o applicata come suffragio anche alle anime dei defunti.
San Gabriele nasce da famiglia aristocratica ad Assisi (Perugia) il 1° marzo 1838, da Sante Possenti, governatore della città, e Agnese Frisciotti. Lo battezzano lo stesso giorno con il nome dell’illustre concittadino, Francesco. Nel 1841 Sante è nominato assessore al tribunale di Spoleto (Perugia), dove si trasferisce con tutta la famiglia.
A tredici anni Francesco affronta gli studi liceali nel collegio dei gesuiti. E’ intelligente, esuberante, vivace, gli piace studiare, riesce ottimamente soprattutto nelle materie letterarie.
Compone poesie in latino, le recite scolastiche lo vedono sempre protagonista. Vince numerosi premi scolastici. Elegante, vivace, spigliato, diventa un punto di attrazione per la sua allegria. Gli piace seguire la moda, veste sempre a puntino. Vuole primeggiare in tutto, “la bella vita non gli dispiace”.
Organizza partite di caccia, partecipa a passeggiate e scampagnate, va volentieri a teatro col padre e le sorelle, va a ballare (in città è anche conosciuto come “il ballerino”), anima le serate nei salotti di Spoleto, legge i romanzi e lo attirano gli autori del tempo, il Manzoni, il Grossi, il Tommaseo. Ma è anche di animo buono, generoso, sensibile alle sofferenze dei poveri, ama la preghiera. Sprizza vita da tutti i pori. Niente di strano se qualche ragazza fa sogni su di lui. Lui si presenta sempre più ricercato nei vestiti e sempre più raffinato nelle sale da ballo e nei salotti.
E’ un bel ragazzo e ne è consapevole. Alto (circa m.1,70), snello, moro, viso rotondo fragile, occhi neri vividi, labbra ondulate con finezza sempre in sorriso, capelli castano scuri dal ciuffo ribelle. Checchino della vita è innamoratissimo, ma sul futuro sembra ancora indeciso. Egli “aveva sortito da natura un carattere molto vivace, soave, gioviale, insinuante, insieme risoluto e generoso, ed aveva un cuore sensibile e pieno d’affetto… di parola pronta, propria, arguta, facile e piena di grazia, che colpiva e metteva in attenzione”.
I ripetuti lutti familiari e alcune brutte malattie in cui è incappato gli hanno fatto apparire le gioie umane brevi ed inconsistenti; come l’ultimo dramma, la morte dell’amatissima sorella Maria Luisa, il 17 giugno 1855. Segue un anno tribolato senza riuscire a fare una scelta. Le cose non sono più quelle di prima, l’idea del convento torna con più insistenza.
Il 22 agosto 1856, durante la processione, quando l’immagine della Madonna del duomo passa davanti a lui, gli risuonano nel cuore chiare parole: “Francesco, cosa stai a fare nel mondo? Segui la tua vocazione!”.
Questa volta non riesce a resistere. Il 6 settembre parte da Spoleto e va a Morrovalle (Macerata) per iniziare il noviziato. Lui, il ballerino elegante, il brillante animatore dei salotti di Spoleto, ha scelto di entrare nell’istituto austero dei passionisti, fondato nel 1720 da San Paolo della Croce con lo scopo di annunciare, attraverso la vita contemplativa e l’apostolato, l’amore di Dio rivelato nella Passione di Cristo.
A 18 anni dunque Francesco volta pagina, affronta una nuova vita e cambia anche nome: d’ora in poi si chiamerà Gabriele dell’Addolorata, perché sia chiaro che il passato non esiste più. La scelta della vita religiosa è radicale fin dall’inizio: si butta anima e corpo, da innamorato, per sempre. Ha trovato finalmente la pace del cuore e la felicità.
Non gli fanno certo paura le lunghe ore di preghiera, le penitenze e i digiuni, perché ha trovato quello che cercava: Dio che gli riempie il cuore di gioia.
Lo scrive subito al papà: “La mia vita è una continua gioia…La contentezza che io provo è quasi indicibile…
Non cambierei un quarto d’ora di questa vita”. Il 22 settembre 1857 emette la professione religiosa.
Il 10 luglio 1859 arriva nel conventino dei passionisti a Isola del Gran Sasso (Teramo) per prepararsi al sacerdozio con lo studio della teologia.
A fine 1861 si ammala di tubercolosi; ogni cura risulta vana. Non riesce a diventare sacerdote anche perché difficoltà politiche impediscono nuove ordinazioni. Gabriele si rende conto che non c’è niente da fare. Il viaggio è già finito. Ma non si sconvolge.
E’ proprio quello che aveva chiesto qualche anno prima. Quel che conta è solo la volontà di Dio. “Così vuole Dio, così voglio anch’io”, scrive. La mattina del 27 febbraio 1862 “al sorgere del sole” Gabriele saluta tutti, promette di ricordare in paradiso, chiede perdono e preghiere. Poi muore confortato dalla visione della Madonna che invoca per l’ultima volta: “Maria, mamma mia, fa’ presto”.
La sua è ritenuta da tutti la morte di un santo. Tutti ricordano i suoi brevi giorni, all’apparenza comuni. Il quotidiano è stato il suo pane, la semplicità il suo eroismo.
Le piccole fragili cose di ogni giorno che diventavano grandi per lo spirito con cui le compiva. Lo ripeteva spesso: “Dio non guarda il quanto ma il come; la nostra perfezione non consiste nel fare le cose straordinarie ma nel fare bene le ordinarie”.
Tutti ricordano la sua vita trascorsa all’ombra del Crocifisso e di Maria Addolorata, che è stata la ragione della sua vita. Il suo direttore, padre Norberto Cassinelli, rivela a tutti il segreto della sua santità: “Gabriele ha lavorato con il cuore”.
Nel 1866 la comunità passionista di Isola è costretta ad abbandonare il conventino ai piedi del Gran Sasso, in forza del decreto di soppressione dei religiosi. La tomba di Gabriele sembra abbandonata per sempre, ma non è così. Qui si chiude solo la prima fase della storia del giovane passionista.
La seconda fase inizia nel 1892, a trent’anni dalla morte di Gabriele, quando sulla sua tomba accadono i primi strepitosi prodigi. Il 17 e 18 ottobre 1892 si procede alla riesumazione sotto stretta sorveglianza della gente che non vuole sentire parlare di trasferimento delle ossa. Sono presenti dalle quattro alle settemila persone. In quella stessa giornata si parla di “almeno sette prodigi di rilievo”.
Così Gabriele resta definitivamente in Abruzzo e da allora ha inizio una catena ininterrotta di prodigi, grazie e miracoli operati per sua intercessione. Gabriele viene dichiarato beato da san Pio X il 31 maggio 1908 e in suo onore viene innalzata la prima basilica.
Il 13 maggio 1920 Benedetto XV lo proclama santo e nel 1926 diventa compatrono della gioventù cattolica italiana.




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