L’Europa e la difficile integrazione musulmana

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Domanda: ma l’integrazione musulmana in Europa è possibile o si tratta di una chimera? Dalla Gran Bretagna giungono pessime notizie sul delicato argomento.

Allora, il 23 per cento dei musulmani che vivono in Gran Bretagna vorrebbe l’introduzione della legge islamica della sharia al posto della legge britannica; il . 4 per cento esprime solidarietà agli estremisti autori di attacchi terroristici e suicidi, il 32 per cento dichiara che non informerebbe la polizia nel caso in cui venisse a sapere di persone coinvolte in attività a sostegno del terrorismo in Siria; il 32 per cento rifiuta di condannare gli atti di violenza nei confronti di coloro accusati di aver deriso il profeta Maometto.

Sulla famiglia e il ruolo della donna: il 39 per cento dei musulmani (uomini e donne) è d’accordo nel sostenere che “le mogli dovrebbero sempre obbedire ai loro mariti”, e il 31 per cento ritiene accettabile per un uomo avere più di una moglie. Il 52 per cento crede che l’omosessualità non debba essere legalizzata, e, infine, un pizzico di antisemitismo che non guasta mai: il 35 per cento è convinto che gli ebrei abbiano “troppo potere” in Gran Bretagna.

Risulta evidente come dai dati  emerga una frattura tra i cittadini musulmani e non musulmani attorno ad alcune tematiche fondamentali come il matrimonio, i rapporti tra uomo e donna, la scuola, la libertà di espressione e persino l’ammissione della violenza in difesa della religione.

Secondo fonti inglesi nell’affrontare il fenomeno “abbiamo sbagliato tutto”, permettendo “la nascita di uno stato dentro lo stato, con la sua geografia, i suoi valori e il suo stesso futuro separato dal nostro”. Di fronte a questa situazione, ha proseguito, “occorre adottare un approccio più muscolare sull’integrazione, abbandonando la politica fallita del multiculturalismo”>




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