La Francia ed il nuovo presidente: candidati alla ricerca del voto cattolico

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La Francia ed il nuovo presidente: candidati alla ricerca del voto cattolico

La Francia e l’approssimarsi delle elezioni saranno il prossimo banco di prova per una destra che continua a crescere, per un centro che cerca di tenere e per una sinistra sempre più allo sbando ma che cerca in tutti i modi di rimanere in piedi.
Il primo colpo di scena, al di là delle Alpi si è già avuto. Nikolas Sarkozy è già fuori dalla competizione non avendo superato l’ostacolo delle primarie.
Alla vigilia del voto in pochi avrebbero creduto a tale evento ma, l’accaduto è l’ennesima riprova del fatto che i cittadini hanno bisogno di vedere volti nuovi, meno politici e sempre più leader in grado di risollevare un andazzo generale sempre più proiettato verso lo sbando.
Chi vi scrive in passato ha avuto simpatie per Sarkozy: un francese di discendenza ungherese, un personaggio alla Napoleone che ha commesso però alcuni errori che hanno devastato la sua carriera politica. Uno su tutti? La decisione di deporre ed eliminare Gheddafi dalla Libia con tutto quello che ancora oggi ne consegue…. e chi vota non dimentica e questo lo sa bene anche Renzi in italia.

Così in attesa del Maggio 2017 anche la Francia sembra andare verso il cambiamento: gli elettori dovranno decidere se si tratterà di un cambiamento molto marcato (Marine Le Pen) o meno marcato Fillon-Juppè. Che presidente sceglieranno?

Marine Le Pen è la favorita per i sondaggisti che la danno come possibile vincitrice già nel primo turno.
Considerando il basso indice di popolarità (ai minimi storici) del presidente socialista François Hollande, il rivale di Le Pen arriverà dal centro-destra. Forse per questo c’è uno speciale interesse per le primarie del partito de Les Républicains (I Repubblicani). Il secondo turno tra François Fillon e Alain Juppé sarà domenica 27 novembre.

Secondo il sondaggio di Ifop-Fiducial, Fillon vincerebbe contro Juppé con il 65 per cento dei voti. Al primo turno, Fillon, ex primo ministro di Nicolas Sarkozy, aveva avuto il 44 per cento dei voti; Alain Juppé, attuale sindaco di Bordeaux ed ex primo ministro, il 28 per cento. Dopo il voto del 20 novembre è rimasto fuori dal gioco Sarkozy.

Fillon appare il favorito: secondo Le Figarò, il 70 per cento dei primi 10mila elettori preferiscono la sua performance

Interessante il dibattito tra i due. Già il primo confronto televisivo ha donato spunti d’interesse.

Per Le Parisien, durante il dibattito “François Fillon e Alain Juppé hanno privilegiato le idee di fondo […] con alcune piccole tensioni”. Nella discussione sono emersi due modelli conservatori molto diversi su concetti essenziali come l’identità della Francia e la natura delle riforme prioritarie. Per Juppé l’identità francese è multiculturale: “Per me l’identità della Francia è nella sua diversità. Abbiamo origini diversi, colori di pelle diversi. Quella diversità è una forza”. Fillo, invece, crede l’esatto opposto: “La Francia non ha una vocazione multiculturale. La Francia ha una lingua, una storia. Il multiculturalismo non è il cammino per il nostro Paese. Quando uno straniero arriva nel nostro Paese, deve integrarsi e rispettare la nostra eredità”.

Juppé ha poi parlato di religione: “Il mio progetto vuole riarmare lo Stato per lottare contro l’islamismo. Dopo, propongo di liberare le imprese per potere creare posti di lavoro. La riforma dell’istruzione sarà essenziale per dare un’opportunità ai giovani, che sono il nostro futuro. Voglio riforme credibili”.

La risposta di Fillon è stata decisa e ben preparata: “La Francia è sull’orlo di una rivolta. O riformiamo in profondità, o i francesi saranno tentati dall’estremismo. Il mio programma è più radicale, più difficile. Forse. Presento un progetto che taglia con il pensiero unico, per rispondere e dare speranze all’angoscia dei nostri compatrioti tentati dall’estremismo”.

Sul ruolo della Francia nel nuovo ordine geopolitico, Juppé crede che “dobbiamo essere forti e generosi per potere rilanciare l’Europe e difendere la nostra sicurezza”. Ostile nei confronti del presidente russo Vladimir Putin, ha usato un linguaggio molto duro anche nei confronti del presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump.

Fillon, invece, pensa a una rottura diplomatica: la Francia deve essere una potenza di equilibrio. È contrario alle sanzioni europee contro la Russia, difende un dialogo privilegiato con Mosca per per fare la guerra allo Stato Islamico. A settembre del 2013, Putin ha ricevuto Fillon e i due hanno condiviso posizioni rispetto alla crisi in Ucraina e la guerra in Siria. Recentemente ha scritto: “In Siria una sola potenza ha dimostrato di essere realista: la Russia”.

Fillon e Juppé si sono confrontati anche sulle riforme. I due hanno programmi molto simili sul piano economico, ma propongono tempi diversi. Fillon vorrebbe un cambiamento nei primi sei mesi del mandato, mentre JuppèFillon crede che per fare un cambio profondo ci vorrebbe più tempo.

In materia fiscale, Fillon promette una riduzione di 100 miliardi di euro della spesa pubblica, di tagliare 500mila posti nella pubblica amministrazione, di eliminare la settimana di lavoro di 35 ore e allungare l’età pensionistica fino ai 65 anni (attualmente è 62 anni). Propone anche di rendere più flessibile il mercato di lavoro “con regole per assumere e licenziale più facilmente […] Tutti dobbiamo fare uno sforzo e lavorare di più guadagnando un po’ meno”.

Juppé ammette che i francesi devono lavorare di più, ma con un limite di 39 ore per la pubblica amministrazione. Durante il dibattito ha detto che le proposte di Fillon sono poco realistiche e ha proposto una riforma più graduale.

Ed eccoci alle dolenti note del presidente uscente Hollande che ha cercato in tutti i modi di accantonare la Chiesa subendone però una forte perdita di consensi. I suoi avversari repubblicani che intenzioni hanno?

Su aborto e matrimoni omosessuali Juppè incalza il suo contendente: ““Ci sono punti su cui mi piacerebbe che Fillon chiarisse le sue posizioni, per esempio, sull’aborto […] Nel suo libro Fillon ha cominciato col dire che l’interruzione volontaria di gravidanza era un diritto fondamentale della donna, salvo poi rivedere questa dichiarazione in un altro intervento davanti ai militanti”, ha sottolineato Juppé.

“L’aborto è un diritto. Non ho mai detto di essere contrario. Nel mio libro ho scritto che l’aborto è un diritto fondamentale. Quello che volevo dire è che si tratta di un diritto che […] Sono polemiche inqualificabili, così abbassiamo il livello del dibattito”, ha ribadito Fillon. nessuno rimetterà più in discussione.

Fillon si spaccia come un fervente cattolico. È contrario all’adozione piena per le coppie omosessuali, ma ha assicurato che non modificherà in nessun modo la legge per i matrimoni gay approvata nel 2013 da Hollande (che ci sia qualcosa che non quadra?).

Curiosità! Entrambi i contendenti lodano Papa Francesco ed il suo papato. L’obiettivo è facilmente comprensibile: Juppé e Fillon hanno un obiettivo comune: conquistare il voto cattolico, che è stato la chiave per i voti a Fillon e dell’esclusione di Sarkozy.

Fillon è sempre stato cattolico. Ogni anno partecipa ai ritiri spirituali nell’Abbazia benedettina di Saint-Pierre de Solesmes. Juppé si definisce come “cattolico agnostico”, cresciuto in un ambiente religioso ma oggi poco praticante.

Fillon ha il sostegno di movimenti contro i matrimoni gay “Manif pour tous” e “Sens commun”. Juppé ha detto di essere più moderno, più vicino al pensiero di Papa Francesco che a questi attivisti.

Il sito Famille Chrétienne ha scritto: “Da dove prende Juppé questa illusione? Da una radio o da un giornale. Juppé è come tre quarti della classe politica: si fida dei media e risponde quello che sente alla radio. Ma deve capire che il Papa crede che il matrimonio riguarda antropologicamente alla coppia uomo-donna. Francesco non criticò a chi, in Francia, si è mobilitato per difendere questa evidenza”.
Il quotidiano Libération ha scritto che il sostegno della “destra cattolica” rappresenta per Fillon un “ritorno alla difesa della famiglia, il lavoro e la religione”. E ricorda che il candidato alle primarie aveva appoggiato “i deliri di Papa Francesco sulla colonizzazione ideologica” nelle scuole, in riferimento alle teorie di gender.
Il quotidiano Le Monde dice che la “carriera per l’unzione pontificia tra Francois Fillon e Alain Juppé, inedita nella Quinta Repubblica tra candidati alla presidenza, riflette il peso acquistato dal voto cattolico”.

Nel primo turno, Fillon è stato votato dall’elettorato conservatore, mentre Juppé ha conquistato molti elettori di sinistra e centro. Come andrà a finire? Secondo noi avrà ma meglio Fillon ma contro Marine Le Pen per i repubblicani ci vorrà un vero e proprio ‘miracolo’ perchè i nostri cugini francesi appaiono sempre più decisi a ‘voltare’ a destra.
Marine Le Pen

Raffaele Dicembrino




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