Pakistan: nel futuro di Asia Bibi potrebbe esserci l’ Italia

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Asia Bibi -In Pakistan la situazione sembra normalizzarsi anche se il pericolo di vita per Asia Bibi ed i suoi familiari resta comunque elevato. Dopo gli scontri di piazza dei giorni scorsi, i manifestanti, legati ai partiti hanno messo fine alle loro proteste solo dopo che il governo ha vietato ad Asia Bibi di lasciare il Pakistan fino a quando la Corte suprema non si pronuncerà sul ricorso già presentato dall’accusa.
Ma la diplomazia ( o meglio una sua piccola parte) è all’opera per trovare una soluzione al caso di Asia Bibi.
L’avvocato di Asia Bibi, il musulmano Saiful Malook, volato in Olanda per motivi di sicurezza, soffermandosi su quanto può accadere a livello legale, ha dichiarato: “Una istanza di revisione della sentenza della Corte Suprema, nel caso di Asia Bibi, non avrà alcun impatto sul giudizio pronunciato la settimana scorsa. Non vi è un riesame del caso o la presentazione di nuove prove. L’accusa dovrebbe mostrare cosa nella sentenza non è corretto. Nelle istanze di revisione, statisticamente vi è solo il 5% di probabilità che il verdetto sia cambiato. E nel caso di Bibi credo che le probabilità sono pari a zero: quel giudizio è pienamente in linea con la legge e la Costituzione del paese”.
Malook ha spiegato che occorre del tempo per rilasciare un individuo in carcere, dopo l’assoluzione della Corte Suprema: “Il verdetto deve essere inviato per posta all’Alta Corte di Lahore, che deve a sua volta inviarlo al giudice di Nankana, nel tribunale di primo grado che ha emesso la condanna a morte”. Sull’accordo intercorso tra il governo e i gruppi estremisti, ha notato: “Il governo non è obbligato a soddisfare le richieste dei gruppi radicali. L’accordo serve a salvare la faccia dei leder islamici”. Malook si è detto fiducioso sul fatto che presto Asia Bibi e la sua famiglia saranno sani e salvi fuori dal Pakistan.
Il marito di Asia Bibi, Ashiq Mash, ha lanciato un appello a Donald Trump, Theresa May e Justin Trudeau per chiedere asilo politico per lei e la sua famiglia negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in Canada, Paesi dove la comunità pakistana è più numerosa ma le risposte più valide sembrano venire dall’Italia. Dapprima il vicepresidente della Camera Mara Carfagna ha richiesto l’interessamento delle autorità italiane ed in queste ore arrivano importanti prese di posizione da parte del ministero dell’Interno italiano.
Il ministro Matteo Salvini ha mostrato il suo interessa sulla vicenda dichiarando: “”Ci stiamo lavorando con altri Paesi occidentali, con discrezione per evitare problemi in loco alla famiglia che vuole avere un futuro. Posso assicurare che io, da ministro ma anche da leghista, ci tengo che donne e bambini a rischio della vita, possano avere un futuro, ha detto il ministro dell’Interno,
“Ho invitato il marito e la famiglia di Asia Bibi ad un incontro al Parlamento Europeo. Chiedo alle autorità del Pakistan di rilasciare i documenti di viaggio necessari. Le regole europee prevedono protezione per chi è minacciato a causa della propria fede”, ha scritto in un tweet il presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani postando la lettera inviata al marito della donna. Impegno al governo italiano per “ascoltare la disperata richiesta di aiuto di Ashiq Masih” è stato invocato da Fratelli d’Italia. “L’Italia conceda subito asilo politico a lui, a sua moglie Asia Bibi e ai suoi figli, minacciati di morte dagli estremisti islamici pachistani. L’Italia non si volti dall’altra parte”, ha scritto su Twitter il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, aggiungendo l’hashtag #SalviamoAsia. Richiesta analoga, giunta in diretta Facebook, da Matteo Renzi: “Vorrei che il governo italiano sentisse tutto il nostro sostegno, la nostra piena disponibilità, senza alcuna polemica, per liberare Asia Bibi. Tutto quel che si può fare è fondamentale – ha sottolineato -. L’Italia è famosa nel mondo per i valori di umanità che rappresenta”.
Mentre sono ancora incerte le informazioni su dove si trovi ora Asia Bibi, a lasciare il Pakistan è stato ieri l’avvocato della donna, Saiful Malook. Il legale, che ora si trova in Europa, temeva per la sua vita e ha detto di voler continuare a portare avanti la battaglia legale per Asia.
Finalmente anche in occidente qualche voce sembra alzarsi in soccorso della difficile situazione che sta vivendo Asia Bibi in compagnia dei suoi familiari e di tutti coloro che hanno aiutato e fevorito la sua liberazione da un’accusa parsa sin dal primo momento labile e faziosa.
Ora è necessario che dalle parole si passi ai fatti. In Europa sono entrate tante persone con requisiti inesistenti oppure inferiori a quelli di Asia Bibi e dei suoi familiari ed è proprio per questo motivo che è necessario dimostrare che anche i cristiani meritano l’aiuto e l’interesse che spesso, troppo spesso, a loro viene negato.
Nelle ultime ore però continuano a susseguirsi novità di interesse.
Ha raggiunto quasi 7mila firme una petizione lanciata ieri alle massime autorità italiane perché “concedano subito il diritto di asilo e forniscano ad Asia Bibi tutta la protezione politica e diplomatica di cui ha bisogno.
La vicenda è ancora lontana dalla sua conclusione ma qualcosa si sta muovendo!




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