Calcio – Il punto sulla Nazionale

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Calcio – Il punto sulla Nazionale

La sosta del massimo campionato ci consente di occuparci un po’ più da vicino della nostra nazionale maggiore che questa sera alla 20.45 affronterà il Lichtenstein per la quarta giornata del girone G valido per le qualificazioni ai mondiali di Russia 2018.
La nazionale italiana dopo il buon europeo estivo sta vivendo un grosso periodo di transizione, prima per l’addio di mister Conte a cui è subentrato Ventura e poi per un ricambio generazionale che ormai era diventato inevitabile. A questo quadro già abbastanza complicato si è aggiunta la necessità di un cambiamento di modulo dovuto soprattutto alla tipologia di calciatori che mister Ventura ha convocato. Nelle prime quattro partite delle sua gestione amichevole con la Francia e prime tre partite di qualificazione del mondiali, il mister genovese ha dovuto fare di necessità virtù continuando sulla scia del 3-5-2 di Conte per non stravolgere equilibri e meccanismi consolidati. La squadra comunque è apparsa molto bloccata, soprattutto con la Spagna, dove solo negli ultimi venti minuti si è vista l’Italia apprezzata agli europei, e in notevole difficoltà, come l’ultima partita con la Macedonia vinta solo all’ultimo respiro sta a testimoniare. Ora è giunto il momento di cambiare tatticamente e di applicare le idee che Ventura ha sempre applicato nella sua lunga carriera. Il Lichtenstein è il banco di prova ideale per iniziare un nuovo cammino, che si spera ci porti al mondiale di Russia, mentre l’amichevole di martedì contro la Germania sarà una partita da affrontare con più attenzione visto il livello dell’avversaria.
La nostra Serie A purtroppo non costituisce più un serbatoio infinito per la nostra nazionale come nelle passate stagioni. Ormai tutti gli studi sui giocatori schierati dimostrano come quasi il 60% dei giocatori che scendono in campo siano stranieri e che i giocatori italiani impiegati siano quasi tutti di età elevata e non proprio adatti alla convocazione in azzurro. In più in Italia sono venuti a sparire ruoli fondamentali come il centravanti, se si pensa a cosa ha fatto Conte con l’attacco a sua disposizione agli Europei potremmo gridare al miracolo, i terzini sono merce rara e con l’uscita di Pirlo dal calcio che conta un vero e proprio regista è completamente sparito, problema che ha condizionato tantissimo gli ultimi Europei anche per la contemporanea assenza di Marchisio e Verratti. Il nostro calcio sforna invece tantissimi portieri, centrocampisti di rottura e di contenimento adatti a fare un po’ tutto a centrocampo, ma con limitate capacità di impostazione, ed esterni di attacco che però sotto porta non sono così brillanti. Ora con questa tipologia di giocatori è difficile imbastire una nazionale competitiva e all’altezza delle nazionali più forti, come abbiamo potuto riscontrare negli Europei.
Questo inizio stagione ha però proposto un paio di cambiamenti, che dobbiamo sperare duraturi, che danno a Mister Ventura la possibilità di sperimentare nuove strade e nuovi elementi. In attacco finalmente sembrano aver trovato finalmente una dimensione di livello internazionale sia Immobile che Belotti. Il loro numero di realizzazioni in campionato e il fatto di essere complementari ne ha consentito l’impego immediato come titolari e questo impiego ha favorito anche il passaggio al 4-4-2, e non 4-2-4 come dicono la maggior parte dei media, che dovrebbe essere la vera svolta della gestione Ventura. Il secondo cambiamento ancora più fondamentale per il nostro movimento, è il numero di italiani giovani impiegati in questo scorcio di stagione; un significativo cambiamento di tendenza per cui il calcio italiano non poteva più attendere. Squadre come Milan Torino Atalanta e già dagli anni passati Sassuolo, si stanno avvalendo sempre più di giovani giocatori italiani che piano piano schierati con costanza ogni domenica si stanno ritagliando un piccolo ma significativo spazio che li ha condotti su palcoscenici più importanti. I vari Politano Barreca Benassi Belotti Romagnoli Conti Donnarumma Zappacosta e l’elenco è ancora più lungo, sono ormai entrati a far parte del giro della nazionale, portando una ventata di fresco e di novità di cui si aveva un gran bisogno. Ora sarà il campo e il tempo a darci il loro definitivo valore e le loro vere potenzialità a cominciare da stasera dove molti di loro scenderanno in campo un po’ agevolati dai molti infortuni dei più esperti, Marchisio Chiellini Barzagli Montolivo, e un po’ facilitati dalla pochezza del nostro avversario di giornata.
Per quanto riguarda l’aspetto tattico in settimana non si è fatto altro che parlare del fantomatico 4-2-4 di Ventura, accostato anche a Conte in altre sue esperienze come Siena e Bari. In realtà proprio come Conte disse tempo fa il 4-2-4 è una pura e sempre invenzione giornalistica, perché non si tratta altro che di un normalissimo 4-4-2. In questa prima uscita della nazionale con questo modulo, i due esterni di centrocampo saranno molto probabilmente Candreva a destra e Bonaventura a sinistra, due giocatori che tranquillamente si possono definire di centrocampo, soprattutto Bonaventura giocatore capace di interpretare più ruoli nella fascia centrale del campo, e non vere e proprie punte o esterni d’attacco. Ben diverso sarebbe stato schierare giocatori come El Shaarawy Politano Insigne l’infortunato Berardi o Eder solo per fare alcuni nomi del vastissimo parco esterni a disposizione della nazionale. Purtroppo spesso i titoli e gli articoli dei giornali sono fuorvianti, mentre alla persone che tentano di capire il calcio nella sua vera essenza sarebbe più opportuno spiegare veramente qualcosa in più di tattica e di gioco. Spesso si parla troppo di moduli e di numeri, ma ci scordiamo una cosa: in campo i giocatori si muovono! Non stiamo sul panno verde del Subbuteo dove le pedine sono ferme, per cui parlare di 4-4-2 o di qualsiasi altro schema è relativo, si scende in campo con un modulo, ma poi i giocatori in campo lo interpretano secondo le loro caratteristiche, un po’ come un attore interpreta un copione. Mi viene un po’ da sorridere pensando ad una nazionale tra le più care ai nostri ricordi, ovvero a quella di Bearzot campione del mondo nel 82 e a come gli addetti ai lavori di oggi avrebbero etichettato giocatori come Conti e Antognoni. Forse Bearzot giocava già col 4-2-4….
Tornando a stasera un altro punto su cui si è dibattuto molto e forse anche a vanvera, è il discorso di quante reti faremo al mal capitato Lichtenstein. Come ricordato più volte da Ventura in conferenza stampa l 8-0 con cui la Spagna ha vinto è risultato bugiardo, perché dopo un’ora di gioco gli iberici vincevano solamente 1-0. In Israele e contro l’Albania il piccolo staterello alpino si è ben disimpegnato perdendo di misura e dando filo da torcere all’avversaria. C’è poi da ricordare un particolare fondamentale delle nostra nazionale. Più gli avversari sono di livello inferiore più le prestazione sono scarse e le figuracce sono dietro l’angolo, oltre alla Macedonia di un mese fa, ricordiamoci solamente degli ultimi due gironi eliminatori dei mondiali dove siamo usciti di fronte a nazionali come Nuova Zelanda e Costarica non proprio il gotha del calcio internazionale. Come giustamente detto da Buffon nelle conferenza pre partita di ieri, cosa fondamentale sarà non prendere gol, sia per la differenza reti, che potrebbe rivelarsi fondamentale per la qualificazione, sia per non creare pressioni e ad ansie ad una squadra rinnovata. Personalmente saremmo veramente stupiti se la nostra nazionale vincesse con un goleada, mentre un più tranquillo 3-0 potrebbe essere un risultato ci sembra un risultato molto pronosticabile.
Fondamentale come tutte le partite dal pronostico già scritto, sarà sbloccare il risultato il prima possibile, scendendo in campo con un atteggiamento aggressivo e propositivo, visto il probabile muro che alzeranno davanti alla propria area i nostri avversari. Concentrazione e attenzione, che ogni tanto sono mancati nelle precedenti uscite, non dovranno mai mancare, perché chiunque ne risulterà privo si dimostrerà non ancora pronto per la nazionale. A Ventura non possiamo augurare che il meglio e tutte le fortune del caso, non tanto per la partita di stasera, ma soprattutto per la qualificazione finale. Mai girone di qualificazione ad una fase finale è stato così complicato nella storia della nazionale, non tanto per le antagoniste, a parte la Spagna le squadre sono tutte facilmente alla nostra portata, ma piuttosto per il cervellotico regolamento di ammissione che costringe la seconda qualificata ad un play off che potrebbe rivelarsi molto complicato visto le squadre che ci potrebbero arrivare.

12/11/16 PIERFRANCESCO BONANNO




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