Green pass, portuali Trieste: Sciopereremo nonostante il divieto contro la dittatura

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Green Pass – Loro le idee le hanno molto chiare anzi, chiarissime: siamo in dittatura, faremo comunque lo sciopero e vedremo chi vincerà”. Lo ha dichiarato il portavoce del Coordinamento dei lavoratori portuali di Trieste, Stefano Puzzer, annunciando che il blocco dell’attività, previsto dal 15 al 20 ottobre, verrà attuato nonostante l’iniziativa sia stata dichiarata illegittima. Arriva però uno spiraglio dal direttivo: “Pronti a discutere in caso di slittamento del pass”.

“Disponibili a discutere” – I portuali hanno detto che sciopereranno “fino a quando non verrà tolto l’obbligo del Green pass per accedere al lavoro”. Ma il componente del direttivo del Coordinamento lavoratori portuali di Trieste Alessandro Volk ha chiarito: “Siamo determinati sulle nostre posizioni, ma siamo sempre disponibili a discutere con chiunque”.

Se il governo dovesse posticipare l’obbligo del Green pass, Volk ha anticipato che “in quel caso prenderemmo nota e ci adegueremmo, non avrebbe senso venerdì bloccare il porto. Se ad esempio il governo proponesse una proroga al 30 ottobre sarebbe una mossa intelligente per prendere un po’ di tempo e trovare poi una soluzione”.

 

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l Coordinamento: “Il nostro sciopero è legittimo” – Alla circolare del governo che definisce illegittimo lo sciopero il Coordinamento dei lavoratori portuali di Trieste replica che si tratta in realtà di una protesta che non rientrerebbe tra quelle dichiarate illegittime dalla Commissione di garanzia sullo sciopero e Volk spiega: “L’eventuale violazione della legge per l’osservazione dei servizi pubblici essenziali riguarda alcuni settori ma non quello dei portuali e non tutti dell’industria”. In una nota dei portuali si legge,  in merito alla circolare dell’esecutivo: “Crediamo che qui il governo lanci un chiaro messaggio ‘siamo in dittatura’ e si fa come vogliamo noi. Bene, il Coordinamento lavoratori portuali di Trieste risponde che crediamo nella Costituzione Italiana e quindi siamo convinti di essere in democrazia. Democrazia contro dittatura? La democrazia vincerà”.

Il prefetto: “Sciopero non autorizzato, reato partecipare” – Il prefetto di Trieste Valerio Valenti ribadisce: “Sostanzialmente quella di venerdì è una manifestazione presentata come sciopero. Non è stata convalidata dalla commissione di Garanzia, quindi è una manifestazione non autorizzata che impedisce l’accesso dei lavoratori al porto e blocca l’attività. Si configura cioè come interruzione di pubblico servizio, quindi è perseguibile”. Precisa inoltre che per questo reato “non è previsto l’arresto ma una denuncia per gli organizzatori” e auspica che “non si verifichino incidenti. L’attenzione deve rimanere alta. Ci sarà una presenza adeguata, rafforzata delle forze dell’ordine”.

Il portavoce dei portuali: “Siamo in dittatura” – Il portavoce Puzzer ha dichiarato a RaiNews: “E’ ora di fermare l’economia, che forse è l’unico segnale che possiamo dare a questo Stato, per fargli capire che ci sono tante persone in difficoltà, tante persone che rimarranno senza uno stipendio, e solo perché hanno esercitato una scelta libera, quella di non farsi il vaccino. Adesso mi sembra ben chiaro che questo passaporto verde è solamente una manovra economica e non sanitaria”. 

E ha poi continuato: “Se non ci saranno novità e il decreto non verrà ritirato venerdì bloccheremo il porto di Trieste, sia in entrata sia in uscita”. E sulla contrarietà dei sindacati confederali: “E’ una vita che non sono dalla parte dei lavoratori, possono prendere le posizioni che vogliono, vedremo venerdì quante persone saranno presenti dei portuali”.

Parole chiare, richieste semplici ma la risposta delle autorità lascia di stucco ed è bene riproporla nuovamente: “Sostanzialmente quella di venerdì è una manifestazione presentata come sciopero. Non è stata convalidata dalla commissione di Garanzia, quindi è una manifestazione non autorizzata che impedisce l’accesso dei lavoratori al porto e blocca l’attività. Si configura cioè come interruzione di pubblico servizio, quindi è perseguibile”. 

 




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