Il cinema piange per la scomparsa di Bernardo Bertolucci

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Bernardo Bertolucci – Si è spento nella sua casa di Roma a 77 anni al termine di una lunga malattia ed il mondo del cinema piange la scomparsa di un grandissimo regista del cinema italiano ed internazionale.

Regista, sceneggiatore e produttore, è stato tra i cineasti italiani più rappresentativi e conosciuti a livello internazionale e autore di capolavori come “Ultimo tango a Parigi”, “Il tè nel deserto”, “Novecento”, “L’ultimo imperatore”. Proprio questo film trionfò agli Oscar nel 1988, ottenendo 9 statuette, tra cui quelle per miglior film, miglior regista e migliore sceneggiatura non originale. Nel 2007 gli fu conferito il Leone d’oro alla carriera alla 64a Mostra di Venezia e nel 2011 la Palma d’oro onoraria al 64° Festival di Cannes. L’ultimo film da lui diretto è Io e te del 2012, tratto dal romanzo di Nicolò Ammaniti.

Il regista Bernardo Bertolucci a Cannes in una foto d’archivio del 30 novembre 1989. ANSA

Nato a Parma il 16 marzo 1941, Bertolucci è il figlio del poeta Attilio e di Ninetta Giovanardi. Cresciuto assieme a suo fratello Giuseppe (anche lui regista cinematografico non meno bravo e noto autore teatrale), è il nipote del produttore cinematografico Giovanni Bertolucci.
Fin da piccolo respira aria di cinema in casa sua che, da adolescente, lo spingerà a realizzare cortometraggi in 16 mm come Morte di un maiale e La teleferica (1956-1957), girati nella casa di Casarola sull’Appenino emiliano.
Nel 1962, con Tonino Guerra come produttore, realizza il suo primo lungometraggio, La commare secca, su soggetto e sceneggiatura di Pasolini (che inizialmente avrebbe dovuto esserne regista).
Dopo anni di sperimentazione tra il Living Theatre e Sergio Leone (per cui scrisse insieme a Dario Argento il soggetto di C’era una volta il west) acquisi’ statura internazionale nel 1970 con due capolavori: Strategia del ragno e Il conformista dal racconto dell’amico Alberto Moravia.
Nel 1972 arriva il clamoroso successo di Ultimo tango a Parigi con un grande Marlon Brando e Maria Schneider in una delle più memorabili tragedie dello schermo. Il pubblico reagisce in maniera entusiastica (applausi interminabili) a questo lungimirante dramma erotico fra una giovane di vent’anni e un uomo di quaranta che scatenerà un ciclone di scandali, sequestri, polemiche. Bertolucci viene condannato a 4 mesi per oscenità, ma la Storia del Cinema è cambiata ormai e, a confermarlo, arriva un Nastro d’Argento e una candidatura all’Oscar come miglior regista.
Chi pensò che Bertolucci non avesse più niente da dire e avesse toccato l’apice del suo successo artistico (ancora lontano) con questa pellicola, si dovette ricredere, perché a incrementare la sua popolarità arrivò l’epico Novecento (1976) con un cast mostruoso (Robert De Niro, Gérard Depardieu, Sandrelli, Sanda, Valli, Burt Lancaster e tanti altri ancora). Una metafora di mezzo secolo, con cui il regista trasfigura un melodramma familiare italiano favoloso e talmente massiccio da essere diviso in due atti.
Negli anni Ottanta arriva il kolossal, la punta di diamante della sua carriera: L’ultimo imperatore (1987), con Peter O’Toole diretto in Cina con una straordinaria potenza visiva. L’ultimo imperatore si guadagna ben nove Oscar, fra cui quelle per la migliore sceneggiatura non originale e quella per il miglior regista, e fa anche incetta di BAFTA, César, David di Donatello, Golden Globe, European Award e Nastri d’Argento
Dopo una tale fatica si concede a piccoli progetti corali come 12 autori per 12 città (1990) con Michelangelo Antonioni, suo fratello Giuseppe Bertolucci, Mauro Bolognini, Alberto Lattuada, Carlo Lizzani, Mario Monicelli, Ermanno Olmi, Gillo Pontecorvo, Francesco Rosi, Mario Soldati, Franco Zeffirelli e Lina Wertmüller, raccontando la sua Bologna. Ma si dedica anche a Il tè nel deserto (1990) con John Malkovich, uscendone ricco di nuove forme, sensazioni, pulsioni, tristezze e fragilità. La storia di una coppia che si perde in un viaggio in Africa dove incontrerà carnalità e morte si contrappone a quella piena di spiritualismo, cultura e sofisticatezza intellettuale del Piccolo Buddha (1993).
Dopo tre anni torna alla carica con Io ballo da sola (1996) con Stefania Sandrelli, educazione sentimentale di una ragazza americana alle prese con la propria sessualità.
Ma non gli basta, vuole andare ancora più a fondo e costruire un nuovo dramma da camera: arriva L’assedio (1998), tratto da un racconto di James Lasdun, dove il fascino del confronto elementare fra uomo e donna è costretto a sopravvivere e bruciare in uno spazio delimitato, oltre il quale ci sono altre vite, altre responsabilità, altre realtà. Un meccanismo che si ritrova anche in The Dreamers – I sognatori (2003), all’interno del quale il ménage a trois di tre giovani ragazzi francesi nel pieno del ’68 diventa un modo per dichiarare amore eterno al cinema, erudito o meno.
Nel 2012 gira la trasposizione cinematografica del romanzo Io e te di Niccolò Ammaniti, intitolata appunto Io e te. Inizialmente era intenzione di Bertolucci girare il film in 3D, ma ha rinunciato all’idea dopo aver riscontrato che questo tipo di proiezioni sono considerate appannaggio di film commerciali e riservati ad un pubblico giovanile.
Quanto alla sua vita privata dopo il divorzio da Adriana Asti sposò nel 1967 Maria Paola Maino, da cui divorziò nel 1972, per sposare poi nel 1978 Clare Peploe, sceneggiatrice e regista autrice insieme a Mark Peploe di Professioneː reporter, già collaboratrice di Michelangelo Antonioni. Bernardo Bertolucci su definiva ateo: lo affermò in un’intervista pubblicata nel volume Registi d’Italia (Rizzoli, Milano, 2006) durante la quale, alla domanda “Bertolucci è credente?”, il regista rispose, ridendo: «No, sono ateo, grazie a Dio. Come diceva Buñuel.
Molte le espressioni di affetto nei suoi confronti dai cosiddetti VIP.

“Se ne è andato il mio “ultimo imperatore”. Che si sentiva come un “topo nel formaggio”. Per lui significava stare come in un bozzolo, al caldo e al riparo. Me lo disse gioiosamente dopo una estate di sofferenza e di passione. “Adesso sto bene, sai? Sto come un topo nel formaggio”. Grazie per essere stato cosìspeciale. Per il tuo cinema cosìspeciale. Spero di incontrarti ancora e di fare un altro film insieme. Un lungo bacio”. Questo il ricordo commosso, in forma di lettera, di Stefania Sandrelli dedicato a Bernardo Bertolucci.

“Che colpo! Solo un mese fa, io e lui stavamo discutendo del suo prossimo film, era pieno di vita ed entusiasmo. Per me – ha dichiarato il regista Terry Gilliam – è stato un’ispirazione permanente. Un creatore di grande bellezza e idee audaci. Una grande perdita”.

“E’ un dolore immenso la morte di Bernardo Bertolucci. Se ne è andato il più grande di tutti, l’ultimo imperatore del cinema italiano. Un pezzo della nostra famiglia, un amico fraterno, amoroso, intelligente, pieno di genio, imprevedibile, rigorosissimo ed implacabile nel dirci sempre la verità. Il suo cinema rimarrà tra le meraviglie del ventesimo secolo”, dicono Nicoletta Braschi e Roberto Benigni.

“E’ molto triste dire addio a un carissimo amico e a un regista di grande talento come Bernardo Bertolucci, che con il suo lavoro è riuscito a trasportarci in dimensioni artistiche uniche”. Queste le parole di Franco Zeffirelli per la scomparsa di Bernardo Bertolucci.

“Un grandissimo regista, fondamentale per il cinema italiano che sognava in grande, e un ancora più grande amico”, sono le parole della regista Liliana Cavani apprendendo la scomparsa di Bernardo Bertolucci. “Ci sentivamo spesso, ci vedevamo di frequente e mi colpiva sempre il suo coraggio anche nella malattia e il suo essere, nonostante età e condizioni, sempre nel mondo di oggi, sempre circondato da giovani, sempre disponibile. Mi voleva sui suoi set, diceva che gli portavo fortuna e ci siamo voluti tantissimo bene”.

“Ho amato il cinema di Bernardo Bertolucci, come intere generazioni. Oggi diciamo addio a un grande maestro, un immenso protagonista italiano. Ci lascia un’opera grandiosa. Ciao Bernardo”. Lo scrive su Twitter il Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti.

“La scomparsa di Bernardo Bertolucci lascia un grande vuoto nel mondo del cinema italiano. I suoi film, da ‘Novecento’ a ‘Ultimo tango a Parigi’, da ‘L’ultimo imperatore’ a ‘Il tè nel deserto’, hanno reso grande la cinematografia del nostro Paese nel mondo intero”. Il direttore generale di SIAE Gaetano Blandini commenta così la morte del grande regista, sceneggiatore e produttore. “La sua inesauribile creatività lo ha portato a realizzare capolavori ricchi di vera poesia, nati spesso da scelte coraggiose”.

“Nel giorno della scomparsa di Bernardo Bertolucci, un grande maestro entrato nella storia del cinema, desidero esprimere il cordoglio profondo ai familiari, agli amici, a tutti coloro che hanno tratto insegnamento dalla sua sensibilità intellettuale e artistica”. Lo scrive in un messaggio di cordoglio il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

“Ci ha lasciati BernardoBertolucci, uno dei registi italiani più amati e conosciuti, vincitore dell’Oscar per la regia de L’ultimo Imperatore. Con i suoi capolavori ha segnato la storia del cinema. Sono vicino alla famiglia in questo doloroso giorno per la #cultura italiana”. E’ il tweet del ministro della cultura Alberto Bonisoli.
Il sindaco di Roma Virginia Raggi; “Addio al grande maestro Bernardo Bertolucci, con le sue opere e i suoi capolavori ha segnato per sempre la storia del cinema mondiale. L’Italia intera gli rende omaggio”.
“Ciao, maestro. Riposa in pace”. Lo scrive su Facebook il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.

Bertolucci era a casa sua in via della Lungara, nel rione di Trastevere a Roma: è morto a seguito di una crisi respiratoria. Secondo le prime informazioni, l’ultimo saluto dovrebbe avvenire in una cerimonia privata. La camera ardente per salutare Bertolucci è aperta oggi martedì 27 novembre, dalle ore 10 alle 19, in Campidoglio, Sala della Protomoteca.




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