RUSSIA – IL RITIRO DELLA WAGNER

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RUSSIA – La brigata guidata da Prigozhin ha lasciato Rostov e Voronezh, quando era a 200 chilometri da Mosca. Non si sa dove sia il leader della milizia, che sarà accolto da Minsk. Secondo il NYT gli Usa sapevano dei piani di ribellione.

Yevgeny Prigozhin, il capo della brigata Wagner, non verrà perseguito per il tentativo di ribellione. La stessa cosa varrà per i suoi uomini, dopo che, per un pugno di ore, prima del ritiro, deciso quando i miliziani erano a soli 200 chilometri da Mosca, si era pensato alla riuscita del ‘golpe’. Prighozin, di cui per il momento non si hanno notizie, riparerà in Belarus, il cui presidente Lukashenko, ha mediato per la fine della crisi. I suoi uomini, dalla destinazione ancora sconosciuta, hanno intanto lasciato Voronezh e Rostov, tra gli applausi della folla.

SALVIAMO IL GRUPPO WAGNER – Andrei Kartapolov, presidente della Commissione Difesa della Duma, ha detto che non vede ragione “per sciogliere il Gruppo Wagner a causa degli errori dei suoi capi”. Kartapolov ha definito il Gruppo “l’unità più pronta al combattimento del Paese”.
“Sciogliere il Gruppo Wagner”, ha concluso Kartapolov, “sarebbe il miglior regalo per la NATO”.

Generale Richard Dannat –  I fatti di ieri sono un’astuta manovra del Cremlino per ridistribuire Wagner in Bielorussia per attaccare Kiev – Sky news

L’ex capo di stato maggiore britannico, il generale Richard Dannat, ha dichiarato in un’intervista a Sky News di essere preoccupato che i combattenti di Yevgeny Prigozhin e Wagner PMC sarebbero partiti per la Bielorussia dopo un tentativo di ribellione in Russia.

“È possibile che la Russia possa usare il gruppo Wagner per tentare di catturare nuovamente Kiev”, ha detto il generale sul suo sito web.

Le migliaia di soldati ceceni mandati a Rostov per gestire la situazione, non torneranno nelle basi in Cecenia,ma andranno al fronte direttamente a rinforzare le linee russe.

“Vedo che le mie vacanze estive in Crimea si stanno avvicinando”, ha twittato ieri il ministro degli Esteri ceco Jan Lipavski.
Oggi il viceministro degli esteri russo Maria Zakarova ha risposto per le rime.
“Credo che Jan sia un uomo di parola. La stanza è prenotata. Aspettiamo.”

Francesco Petrone: “Putin sarebbe uscito indebolito se avesse represso nel sangue i combattenti della Wagner. Ne sarebbe uscito indebolito anche se la Wagner avesse raggiunto Mosca. Invece, con l’intermediazione della Bielorussia ha vinto senza colpo ferire. Inoltre con questa scusa potrà liberarsi dei ministri incapaci anche a lui invisi. Ha incassato la solidarietà della Turchia e ha risvegliato degli allarmi anche negli USA dove qualche testa d’uovo si comincia a domandare se la politica di Biden di cercare di mettere la leadership russa nell’angolo sia fruttuosa. Insomma Putin ne esce fortificato come sempre.”

Ramzan Kadyrov: “Pensavo che ci si potesse fidare di alcune persone. Che amano sinceramente la loro Patria come veri patrioti fino al midollo delle loro ossa. Ma si è scoperto che per amore delle ambizioni personali, dei benefici e dell’arroganza, le persone non possono fregarsene dell’affetto e dell’amore per la Patria.

Ho parlato con Prigogine, l’ho esortato a lasciare le sue ambizioni imprenditoriali ea non mescolarle con questioni di importanza nazionale. Pensavo che mi avesse sentito, ma si scopre che questa rabbia in lui per tutto questo tempo è solo cresciuta. Una catena di affari infruttuosi ha causato un risentimento profondo e duraturo nell’uomo d’affari, che ha raggiunto l’apice quando le autorità di San Pietroburgo non hanno fornito a sua figlia il terreno desiderato. L’arroganza di una persona potrebbe portare a conseguenze così pericolose e coinvolgere un gran numero di persone nel conflitto.

Invito tutti i combattenti PMC a continuare a essere sobri nelle loro decisioni. Pensa al futuro del Paese, alle tue famiglie e ai tuoi figli. Tali azioni possono portare a risultati disastrosi. Ora tutto è finito pacificamente, senza spargimento di sangue, ma potrebbe succedere. La misura estrema sarebbe la dura repressione e distruzione di chiunque invada l’integrità della Federazione Russa.”




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