Giustizia – Aperto a Roma il processo per l’omicidio del carabiniere Mario Cerciello Rega

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Cerciello Rega- E’ iniziata, davanti alla prima corte d’assise di Roma, la prima udienza del processo per l’omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega avvenuto il 26 luglio scorso a Roma. In aula sono presenti i due impuntati, gli studenti americani Finnegan Lee Elder e Christian Gabriel NataleHjorth, attualmente detenuti nel carcere di Regina Coeli. Felpa grigia e camicia blu il primo e maglione blue e camicia bianca il secondo. Nei loro confronti la Procura, contesta anche i reati di lesioni, tentata estorsione e resistenza a pubblico ufficiale. Presenti anche Rosa Maria Esilio, vedova di Cerciello, i genitori di Elder e lo zio di Hjorth. L’udienza è seguita da molti giornalisti e troupe dei maggiori networks americani. Finnegan Lee Elder, 18 anni, è considerato l’autore materiale dell’omicidio avvenuto la notte del 26 luglio nel quartiere Prati a poche centinaia di metri dall’hotel Le Meridien, in cui il giovane alloggiava insieme a Gabriel Christian Natale Hjorth.  Anche quest’ultimo è a processo perché presente durante l’omicidio e accusato di aver ingaggiato lo scontro fisico con il collega di Cerciello, Andrea Varriale.   Devono rispondere di concorso in omicidio, lesioni, tentata estorsione e resistenza a pubblico ufficiale. Il ministero della Difesa e dell’Interno hanno chiesto di potersi costituire parte civile.   La vigilia del processo è stata animata dalle anticipazioni del collegio difensivo. Secondo quanto riferito, le trascrizioni delle intercettazioni tradotte in italiano dalla Procura, riporterebbero contenuti diversi da quelle originali in inglese. I legali sostengono che quanto detto dagli indagati nelle intercettazioni, a genitori e avvocati nei giorni successivi all’omicidio, dimostrerebbero che i due non sapessero che Cerciello e il collega Varriale fossero carabinieri. Per questo hanno annunciato che presenteranno alla Corte la trascrizione con traduzione corretta di quelle intercettazioni.   La vedova ha diffuso, attraverso il suo legale, una nota con cui chiede che sia fatta giustizia.

…….. “La nostra storia di giovani sposi – prosegue la vedova -stroncata da mani criminali, ha commosso il mondo, ha scosso le coscienze e turbato la serenità delle tante persone umili,semplici, che sperano nella provvidenza come sperava l’amatissimo Mario, persone che debbono competere ogni giorno con una minoranza che tende ad avvelenare la società con efferati delitti. Con la morte di Mario è finita anche la mia famiglia, perché nella tomba sono finiti anche i nostri figli mai nati e tutti i nostri sogni, di modo che l’esistenza si è ridotta a vivere di ricordi e immaginare come sarebbe stato straordinario vivere insieme”. La signora Cerciello dedica “a tutti coloro che hanno dimostrato tanta sincera e commovente solidarietà in questa tristissima vicenda, va il mio più vivo ringraziamento, mentre per la Giustizia, non per vendetta, mi rimetto alla competenza di magistratura, investigatori ed avvocati ma anche a voi giornalisti, perché anche dalle vostre parole dipende il rispetto della memoria dell’eroico sacrificio di Mario Cerciello Rega, fiamma ardente della nostra storia,caduto per noi tutti per la difesa del diritto”.

La notte del 26 luglio, dopo un tentato acquisto di droga da parte dei due ventenni, non andato a buon fine, i due rubarono lo zaino di Sergio Brugiatelli, l’uomo incontrato in strada, a Trastevere, che aveva indicato loro il pusher. Brugiatelli chiese aiuto al 112, e Cerciello e il collega Andrea Varriale intervennero all’appuntamento fissato da Elder e Hjorth, che avevano chiesto a Brugiatelli 100 euro per restituire il maltolto. Quando i militari cercarono di bloccare i due americani, Elder reagì colpendo Cerciello con 11 coltellate prima di darsi alla fuga con l’amico. La mattina dopo, i carabinieri fermarono i due americani, che avevano dormito in una camera dell’albergo Le Meridien, poco distante dal luogo dell’omicidio. Erano pronti a lasciare l’Italia e avevano nascosto in un contro soffitto l’arma usata nell’agguato: un coltello a lama fissa lunga 18 centimetri tipo ‘Trenknife’ Kabar Camillus, modello marines, che Eder aveva portato dagli Stati Uniti, imbarcandolo nella stiva dell’aereo durante il volo di andata.




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