Calcio – Europa League: ecco le prime qualificate ai 16esimi di finale

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Calcio – Europa League – Lo Sparta Praga batte per 4-1 il Celtic nel gruppo H di Europa League, lo stesso del Milan. Con questo poker, i cechi si portano a quota 6 punti in classifica, a una sola lunghezza proprio dai rossoneri che sono al secondo posto. Sempre a proposito di italiane, nel Gruppo A della Roma (già ai Sedicesimi), lo Young Boys va a vincere 1-0 sul campo del CSKA Sofia grazie a un gol di Nsame, agganciando così un prezioso secondo posto. Per quanto riguarda invece il Gruppo F, quello del Napoli, l’Az e la Real Sociedad pareggiano 0-0 lasciando aperto ogni discorso qualificazione.

Leicester e Arsenal sono aritmeticamente qualificate ai Sedicesimi. Pirotecnico 3-3 tra lo Sporting Braga e le Foxes nel Gruppo G. Al Mustrati porta avanti i padroni di casa, poi pareggia Barnes. Nuovo vantaggio portoghese con Paulinho prima del riposo. Nella ripresa, Thomas firma il 2-2; nel recupero poi succede di tutto con Fransergio che sembra chiuderla per i suoi, ma Vardy proprio all’ultimo secondo salva gli inglesi. Nello stesso Girone, AEK Atene-Zorya termina 0-3. Tutto facile invece per l’altra inglese, l’Arsenal, che nel Gruppo B si impone sul campo del Molde per per 3-0 grazie ai gol di Pepé, Nelson e Balogun. E il Molde viene agganciato al secondo posto a quota 6 dal Rapid Vienna che espugna il campo del Dundalk per 1-3. Nel Gruppo J, il Tottenham rifila un 4-0 al Ludogorets grazie a una doppietta di Carlos Vinicius e ai gol di Winks e Moura. Lask-Royal Antwerp 0-2 il risultato dell’altra gara del Girone che adesso vede la squadra di Mourinho in testa a quota 9 insieme ai belgi del Royal.

Grazie al 2-0 conquistato sul campo dello Slovan Liberec nel Gruppo L, l’Hoffenheim accede ai Sedicesimi di finale. Decidono le reti di Baumgartner e di Kramaric su rigore. La Stella Rossa invece batte 2-0 il Gent (gol di Petrovic e Milunovic), ma deve ancora attendere la matematica per festeggiare il passaggio del turno. Nel Gruppo C, facile successo del Leverkusen che piega 4-1 l’Hapoel Beer-Sheva: segnano Schick, Bailey, Shviro per gli ospiti, e poi ancora Demirbay e Alario. Cade invece il Nizza in casa contro lo Slavia Praga: Lingr apre e Gouiri pareggia, ma poi gli ospiti fissano il risultato sull’1-3 grazie a Olayinka e Sima. Tedeschi e cechi comandano a quota 9 e manca davvero poco per la qualificazione matematica alla seconda fase.

Deve rinviare la qualificazione matematica alla seconda fase invece il Villarreal che pareggia sul campo del Maccabi Tel Aviv per 1-1. Apre Alex Baena e pareggia Pesic con gli spagnoli che ora comandano il Gruppo I con 10 punti, e gli israeliani seguono a quota 7. Qarabag-Sivasspor finisce invece 2-3 con i turchi che adesso sono terzi con 6 punti. Nel Gruppo E, il Granada batte 2-1 l’Omonoia confermando il suo primo posto, ora a quota 10. A +4 sul PSV che piega 3-2 il Paok. Questi gli altri risultati del quarto turno di Europa League: Gruppo D: Standard Liegi-Lech 2-1, Rangers-Benfica 2-2. Gruppo K: Wolfsberg-Dinamo Zagabria 0-3, CSKA Mosca-Feyenoord 0-0.

MA ANDIAMO NELLO SPECIFICO SULLE ITALIANE

Nella serata della commozione per la scomparsa di Maradona, la squadra di Gattuso batte i croati e stacca in classifica AZ Alkmaar e Real Sociedad. Apre un autogol di Anastasio nel primo tempo, di Lozano il raddoppio nella ripresa.

In un clima reso toccante dal pellegrinaggio dei tifosi sotto la Curva B del San Paolo, dove anche Insigne deposita un mazzo di fiori in memoria dell’asso argentino, e dall’ingresso in campo di tutto il Napoli con la maglia numero 10, Gattuso si affida al turnover e modifica per sei undicesimi la formazione rispetto al ko in campionato contro il Milan. L’inizio di gara mette subito in evidenza che per il Napoli non sarà semplice perforare la folta linea difensiva del Rijeka. Gli azzurri gestiscono il possesso palla, ma mancano di intensità e si infrangono sistematicamente sul muro dei croati che cercano anche di ripartire in contropiede. Nel finale di tempo la squadra di Gattuso sveltisce la manovra e viene premiata al 41′: Zielinski si incunea in area e mette in mezzo dove il napoletano Anastasio, nel tentativo di anticipare Politano, infila nella propria porta. Il Rijeka reagisce subito e prima dell’intervallo impegna due volte Meret con Loncar.

Nella ripresa spetta ai croati fare la partita, ma il Napoli è attento a non concedere spazi, anche se Gattuso vorrebbe il gol della tranquillità. I cambi del tecnico azzurro accrescono il tasso qualitativo dei suoi e, dopo il raddoppio sfiorato da Petagna e Maksimovic, ci pensa il neo entrato Lozano a chiudere i conti al 74′, sfruttando una verticalizzazione di Insigne e un buco della difesa del Rijeka.

“Confronto con i giocatori? Ho detto la verità, sanno come la penso perché rompo le scatole su certe cose anche in allenamento. Se qualcuno crede che siamo il Barcellona e che non dobbiamo perdere mai va bene, ma io voglio vedere la mentalità. Abbiamo un potenziale enorme e bisogna essere squadra”. Gennaro Gattuso ribadisce concetti già espressi alla vigilia, anche dopo la vittoria in Europa League del Napoli sul Rijeka: “Abbiamo il dovere di lavorare e di guardare avanti. Siamo attesi da tanti impegni, giocheremo ogni tre giorni – spiega il tecnico – Ogni partita è difficile. Anche stasera abbiamo sbagliato tanto, perso molte palle e ci siamo intestarditi. Comunque è andata meglio della gara d’andata”. Gattuso si sofferma poi sul ricordo di Maradona: “Ho avuto la possibilità di parlare e cenare con Diego più di una volta. Non morirà mai, ha fatto cose straordinarie. Sicuramente ha sbagliato nella vita privata, ma rimarrà una leggenda – ha proseguito il tecnico degli azzurri – Già da ieri sera era evidente che in città si respirava un’aria diversa. L’orgoglio di Napoli sta nell’aver visto il più forte rappresentare una città e a far sognare un popolo intero. Non so se sia più importante Maradona o San Gennaro. Se facciamo un sondaggio vince Diego. Il mio rapporto con la città? Mi sembra di vivere in Brasile, qui 24 ore su 24 c’è sempre profumo di cibo e una temperatura incredibile. Si respira tanta gioia, la gente mi assomiglia. Ho vissuto a lungo al nord, ma sono rimasto terrone dentro”.

Con il minimo sforzo la Roma centra il massimo risultato a Cluj: vince 2-0 e torna a casa con in tasca la qualificazione ai 16’ di finale di Europa League con due giornate d’anticipo. C’era il rischio che la squadra giallorossa affrontasse l’impegno con la testa già a Napoli e, invece, confermando la crescita sul piano della maturità, si è imposta con grande autorevolezza, controllando il match dall’inizio alla fine. Tre punti pesanti che allungano la striscia positiva (12 risultati utili, se non si tiene conto della sconfitta a tavolino con il Verona) e accrescono il morale, soprattutto in vista dei prossimi importanti impegni in campionato.

La Roma si è limitata nel primo tempo a gestire gioco e ritmi senza quasi mai spingere. Non è un caso che si sia resa pericolosa solo in una circostanza, con un lancio in area per Mayoral che di destro ha impegnato sul primo palo Balgradean. Il Cluj, attento soprattutto a non scoprirsi, ha faticato a imbastire azioni d’attacco, arrivando a farsi vedere dalle parti di Lopez solo con un colpo di testa, debole anche se di poco fuori, di Debeljuh su cross di Camora.

Nella ripresa Fonseca ha deciso di far rifiatare Pellegrini e inserire Veretout e la mossa lo ha immediatamente ripagato: da una punizione-cross dalla trequarti sinistra del francese è infatti nato l’1-0 (49’), opera di Debeljuh che ha inavvertitamente deviato il traversone con la punta del piede nell’angolo alla sinistra di Balgradean. Il Cluj ha accusato il colpo e non è stato in grado di reagire. Fonseca lo ha capito e con l’ingresso in contemporanea di Mkhitaryan e Dzeko (alla 100/a presenza in Europa) e un nuovo assetto difensivo (Calafiori sul centro-sinistra, Jesus sul centro-destra e Peres dirottato sulla fascia opposta) ha chiuso definitivamente i conti.

L’azione del 2-0 è nata da un’iniziativa di Mkhitaryan che, dopo un’involontaria sponda in area con un difensore avversario, ha calciato addosso a Balgradean che, però, lo ha steso con un braccio con la palla ancora in aria. L’arbitro Lechner, giudicando la sfera ancora nella piena disponibilità dell’armeno, ha decretato il rigore che Veretout ha trasformato con la consueta freddezza.

“Abbiamo dimostrato grande personalità e grande carattere”. Paulo Fonseca è decisamente soddisfatto dopo aver centrato la qualificazione ai 16′ di Europa League con due giornate d’anticipo: “Siamo arrivati in Romania con molte difficoltà viste le tante assenze ma i ragazzi hanno dimostrato di non risentirne. Hanno disputato una grande prova per sacrificio e applicazione”. La qualificazione già raggiunta non basta a Fonseca: “Ora dobbiamo conquistare matematicamente il primo posto (basta un punto nel prossimo impegno, all’Olimpico con lo Young Boys, ndr)”, sottolinea. La Roma arriva con il morale a mille alla sfida con il Napoli in quello che verrà chiamato presto stadio Maradona: “E’ un giusto omaggio. Mi è dispiaciuto molto ieri quando ho avuto la notizia. E’ stato un giorno molto triste per tutti gli amanti del calcio e anche per me che sono cresciuto guardandolo giocare. Sarà un’onore scendere in campo domenica sera in uno stadio che ora avrà un nome mitico”.

Il Milan d’Europa non piange le sue assenze importanti (a Ibra si aggiunge Leao) e accarezza il sogno di restituire il maltolto ai transalpini. Ma quella che sarebbe stata statisticamente la prima vittoria rossonera – costituendo un precedente – sui francesi, svanisce nella sola azione manovrata, a dir vero molto bella, che un’ermetica difesa permette ai padroni di casa, con Bamba bravo e fortunato a finalizzare in gol un assist dopo 4 tocchi tutti al volo.

Il Milan ha capito la lezione dell’andata e non concede spazio, il Lille, forte del suo primato nel girone si accontenta del pareggio. Per 35′ assistiamo a un gruppo di amici che va a divertirsi al luna park e sceglie gli autoscontri. Piroette col pallone, traiettorie per mettere ordine, verticalizzazioni che non sorprendono i difensori e molto contrasto in mezzo. Come due che si accontentano ma si studiano. Sai mai che qualcuno si distragga? E infatti la prima occasione nasce da una distrazione francese sul versante sinistro della difesa. Dove Hauge si inserisce a far le veci di Castillejo, bene benissimo, anzi… male quando deve completare l’opera. C’è sul dischetto del rigore Rebic, sono due contro uno. Dammela nordico! Ma Hauge tradisce la sua età, talento ma anche ingenuità. Intercetto e il sogno svanisce.

La difesa del Milan controlla bene Yazici che a San Siro aveva fatto sfracelli, David fa il pendolino, si muove tanto ma un suo tiro viene ribattuto, mentre Yazici va via una sola volta a Kjaer ma calcia in diagonale, addirittura in fallo laterale. Donnarumma quindi rimane inattivo? Quasi. Potrebbe citofonare al collega Maignan e chiedergli se gli fa vedere il centro storico di Lille, ma poi ci pensa ad Araujo a obbligarlo a rispettare la consegna. Tiro dal limite e volo d’angelo per mettere in angolo. Fino al riposo null’altro da raccontare.

Nella riprsa dopo un minuto Tonali  serve volata per la vittoria di Rebic, assist a Castillejo per eludere il portiere e gol dopo appena un minuto! Le jeux son faits! si direbbe. Il Lille fatica a reagire, ma sì, territorialmente ci prova, ma Kjaer e Gabbia sono direttori di un’orchestra molto attenta in copertura.

Benedetta gioventù!

Cominciano i cambi, Bonera rinnova l’attacco, attaccare è sempre un’ottima idea difensiva, Diaz appena entrato semina terrore con la sua velocità e serve Hauge… in area… tira dai! Benedetta gioventù, il ragazzino sceglie l’assist come Rebic su Castillejo, la difesa l’ha capita, sarebbe stato il colpo del ko. E’ curioso come i luoghi comuni nel calcio siano immancabilmente rispettati. Gol sbagliato e gol preso. Ribaltamento di fronte, quattro tocchi di prima intenzione, l’ultimo in area, anche un po’ casuale ma bello per Bamba che mette precisione e forze nel suo piattone destro su cui si getta Kjaer, toccando ma non fermando quella sfera che batte nell’angolino Donnarumma. Uno a uno.




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