Papa Francesco: “ La cura verso l’uomo e l’ambiente è un dovere morale”

336

Papa – Il Pontefice ha ricevuto i nuovi ambasciatori ed i senzatetto di Lazare: ad entrambi ha parlato di rispetto per uomo e creato.

Papa Francesco riceve nove nuovi ambasciatori presso la Santa Sede – da Singapore, Zimbabwe, Bangladesh, Algeria, Sri Lanka, Barbados, Svezia, Finlandia e Nepal – e ribadisce che affrontare problemi urgenti come le crisi umanitarie legate a migrazioni e cambiamento climatico.

I NUOVI AMBASCIATORI
Ma chi sono i nuovi ambasciatori? Il nuovo ambasciatore di Algeria è il 61enne Lazhar Soulaem, anche rappresentante permanente presso l’Ufficio delle Nazioni Unite e Organizzazioni Internazionali in Svizzera a Ginevra, mentre quello del Bangladesh è Mustafizur Rahman, 55 anni, già alto commissario a Singapore. Dalle Barbados viene l’ambasciatore Milton Inniss, 58 anni, in precedenza alto commissario nel Regno Unito, e dalla Finlandia il 53enne Kalle Kankaampaa, finora funzionario degli Esteri e direttore per l’Europa Settentrionale. Rappresenta il Nepal presso la Santa Sede Ram Kaji Khadka, 48 anni, anche ambasciatore in Germania, mentre la nuova ambasciatrice di Singapore è Janet Ang Guat Har, 61 anni, anche presidente del Caritas Board of Trustees. Lo Sri Lanka è oggi rappresentato da Candauda Arachchige Priyantha Prasanna Chandraprema, 57 anni, anche rappresentante permanente presso l’Onu a Ginevra, la Svezia da Andres Jato, 50 anni, già capo di dipartimento per il Disarmo, la Non-proliferazione e Controllo di Export al ministero degli Esteri e lo Zimbabwe da Abigail Shonhiwa, 64 anni, anche ambasciatrice in Francia.

IL DISCORDO DEL PAPA
Nel discorso ai nuovi ambasciatori che presentano le loro lettere credenziali, Papa Francesco torna sui suoi più recenti appelli alla comunità internazionale e ribadisce il sostegno della Santa Sede a ogni sforzo “per costruire un mondo in cui la persona umana sia al centro, la finanza al servizio di uno sviluppo integrale e la Terra, la nostra casa comune, sia protetta e curata”. Il Pontefice nel suo discorso ricorda che, proprio a causa del coronavirus, “la crisi sociale ed economica è diventata in tutto il mondo ancora più grave”
“A causa della pandemia, la crisi sociale ed economica è diventata in tutto il mondo ancora più grave. Sul piano personale, molti hanno perso persone care e mezzi di sussistenza. Le famiglie, in particolare, si trovano ad affrontare gravi difficoltà economiche e spesso non dispongono di un’adeguata protezione sociale. La pandemia ci ha resi più consapevoli della nostra interdipendenza in quanto membri dell’unica famiglia umana, come pure della necessità di essere attenti ai poveri e agli indifesi che ci sono tra noi. Mentre cerchiamo di uscire dalla crisi attuale, le nostre società sono poste di fronte alla sfida di compiere passi concreti, veramente coraggiosi, per sviluppare una «cultura della cura» globale  che possa ispirare il sorgere di nuove relazioni e strutture di cooperazione al servizio della solidarietà, del rispetto della dignità umana, dell’assistenza reciproca e della giustizia sociale.

LA PANDEMIA
Purtroppo, la pandemia ci ha reso anche consapevoli che la comunità internazionale sta vivendo «una crescente difficoltà, se non l’incapacità, di cercare soluzioni comuni e condivise ai problemi del nostro mondo» (Discorso al Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede, 8 febbraio 2021). A questo proposito, penso alla necessità di affrontare questioni globali urgenti come quelle delle migrazioni e del cambiamento climatico, nonché le crisi umanitarie che spesso ne derivano. Penso anche al debito economico che grava su molti Paesi che lottano per sopravvivere, e al “debito ecologico” che dobbiamo alla natura stessa, nonché ai popoli e ai Paesi colpiti dal degrado ambientale causato dall’uomo e dalla perdita di biodiversità. Questi problemi non sono semplicemente politici o economici; sono questioni di giustizia, una giustizia che non può più essere ignorata o rinviata. Si tratta infatti di un dovere morale intergenerazionale, perché la serietà con cui rispondiamo a tali questioni determina il mondo che lasciamo ai nostri figli.
Nello sviluppo di un consenso globale, in grado di rispondere a queste sfide etiche che la nostra famiglia umana deve affrontare, la vostra opera di diplomatici è di fondamentale importanza. Da parte sua, la Santa Sede, attraverso le sue rappresentanze diplomatiche e la sua attività all’interno della comunità internazionale, sostiene ogni sforzo per costruire un mondo in cui la persona umana sia al centro, la finanza al servizio di uno sviluppo integrale e la Terra, la nostra casa comune, sia protetta e curata. Attraverso le sue opere di educazione, carità e assistenza sanitaria in tutto il mondo, la Chiesa si adopera in favore del bene comune, promuovendo lo sviluppo delle persone e dei popoli, e in questo modo cerca di contribuire alla causa della pace.

TERRA SANTA
A questo proposito, il mio pensiero va a quanto sta accadendo in questi giorni in Terra Santa. Ringrazio Dio per la decisione di fermare gli scontri armati e auspico che si percorrano le vie del dialogo e della pace. Domani sera, gli Ordinari Cattolici di Terra Santa celebreranno insieme ai loro fedeli la Veglia di Pentecoste nella chiesa di Santo Stefano a Gerusalemme, implorando il dono della pace. Colgo l’occasione per chiedere a tutti i pastori e i fedeli della Chiesa Cattolica di unirsi a loro in preghiera. Che si elevi in ogni comunità la supplica allo Spirito Santo «affinché israeliani e palestinesi possano trovare la strada del dialogo e del perdono, per essere pazienti costruttori di pace e di giustizia, aprendosi, passo dopo passo, ad una speranza comune, ad una convivenza tra fratelli» (Regina Caeli, 16 maggio 2021).
Signori Ambasciatori, nell’offrirvi queste riflessioni, formulo i miei voti augurali per le responsabilità che ora assumete e vi assicuro la collaborazione e l’aiuto degli Uffici della Santa Sede nell’adempimento dei vostri doveri. Su di voi e sulle vostre famiglie, sui vostri colleghi e collaboratori e su tutti i vostri connazionali, invoco di cuore da Dio i doni di sapienza, di fortezza e di pace”.

UDIENZA A SAN LAZARE
L’altro appuntamento del Papa è l’udienza a San Lazare associazione francese (che celebra il decimo anniversario) che si prende cura di poveri e senzatetto, accogliendoli in appartamenti ‘solidali’ insieme a giovani di diverse età.
“Non abbiate paura di trasmettere la fiaccola della speranza e dell’amore”, dice Francesco nel discorso consegnato ai membri dell’associazione. Poi aggiunge:” È sempre una gioia vedere che anche oggi molte persone, piene di fede, di buona volontà e di coraggio, si impegnano per vivere l’esperienza del servizio e della fraternità”. Sono principi semplici quelli alla base dell’associazione: “Essere sé stessi con gli altri, ritrovare la gioia, sentirsi amati, imparare la benevolenza come in famiglia, vivere insieme molto semplicemente”. “Questi principi – sottolinea il Pontefice – hanno senso e plasmano un gruppo stabile solo se sgorgano da un’amicizia forte con Cristo, sorgente del vostro operare per il bene. “Andando incontro agli altri nelle loro situazioni e formando una famiglia in cui regnano l’armonia e la gioia di vivere insieme, voi partecipate alla missione della Chiesa di andare verso le periferie della nostra società.”
Ai poveri presenti, il Papa offre il suo incoraggiamento: “Voi che vivete questa bella avventura con la vostra storia a volte carica di tristezza, di solitudine, di lacrime, di prove, di esclusione e di rifiuto, siete un dono prezioso che ci fa vedere l’amore del Signore. Non siete degli scarti, degli uomini inferiori, persone fallite, come vuole a volte farci credere la società”. Mentre ai giovani che hanno scelto di mettersi “al servizio della dignità umana”, di farsi prossimi delle “persone escluse, senza dimora, rifiutate, spesso tradite nei loro diritti”, Francesco assicura: “Servendo loro, servite il Signore stesso”.
“Con il vostro apostolato, ci aiutate a capire che ogni persona è una storia sacra, un dono inestimabile. In questi tempi di incertezza, di fragilità, invece di sprecare la vostra vita pensando soltanto a voi stessi, voi fate l’esperienza della coabitazione solidale.” “Avete voluto essere, per le persone che servite, la mano, gli occhi, le orecchie, il sorriso di Dio. A loro manifestate la vicinanza del Signore che si prende cura del suo popolo, soprattutto di coloro che sono feriti e piegati dai pesi della vita, perché l’amore al prossimo è realista e non disperde niente che sia necessario per una trasformazione della storia orientata a beneficio degli ultimi” sottolinea il vescovo di Roma.
Papa Francesco conclude il discorso con un’esortazione: “a dare il meglio di voi stessi, a vivere ogni istante dell’esistenza come una grazia, a uscire dall’anonimato e fare della vostra vita un’offerta per il bello, per il bene”.
Oggi più che mai abbiamo bisogno di costruire un mondo, una società di relazioni fraterne e piene di vita…”
“L’amore all’altro per quello che è ci spinge a cercare il meglio per la sua vita. Solo coltivando questo modo di relazionarci renderemo possibile l’amicizia sociale che non esclude nessuno e la fraternità aperta a tutti. Affido ognuno di voi e le vostre famiglie, come pure i membri dell’Associazione all’intercessione della Vergine Maria e di San Lazzaro, e vi impartisco di cuore la Benedizione apostolica. Per favore, non dimenticatevi di pregare per me”.




Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *