Suicidio Assistito: mentre l’Oms lancia l’allarme sulla prevenzione del suicidio, l’Italia pensa a legalizzarlo

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OMS – «Un allarme, quello dell’OMS sui suicidi, che arriva proprio mentre in Italia si sta discutendo sull’approvazione di una legge sul suicidio assistito che include non solo pazienti con gravi patologie oncologiche avanzate e terminali, ma anche neurologiche e psichiatriche irreversibili e gravi», commenta Antonio Brandi, presidente di Pro Vita & Famiglia Onlus.

L’Oms, infatti, ha pubblicato l’Atlante 2020 sulle politiche riguardanti la salute mentale, dove emerge un quadro drammatico sulla mancanza di prevenzione dei suicidi. Nel documento, l’Oms chiede di raddoppiare gli sforzi legislativi ed economici per stare accanto a chi soffre. Solo 35 Paesi membri hanno affermato di avere prodotto una strategia di prevenzione dei suicidi, con l’obiettivo di una riduzione del 10%. 

«Perché invece di preoccuparsi di uccidere i pazienti, non si creano politiche vere di cura della salute mentale con ampliamento dei finanziamenti e delle strutture dedicate? Perché non ci si impegna alla promozione di una nuova politica sanitaria inclusiva di tutte le forme di sofferenza umana, fisica e psicologica? Ci auguriamo che la politica prenda atto dell’allarme lanciato dall’Oms e cestini il Testo Unico», ha infine ribadito Jacopo Coghe, vicepresidente della Onlus.

Firma questa petizione, compilando il modulo, per chiedere al Presidente del Consiglio Draghi, al Presidente del Senato Casellati e al Presidente della Camera Fico di non legiferare su suicidio assistito o eutanasia, respingendo il testo unico su “Rifiuto di trattamenti sanitari e liceità dell’eutanasia” che si accinge ad approdare a Montecitorio!

— Ecco il messaggio che invieremo al Presidente del Consiglio Mario Draghi, al Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati e al Presidente della Camera Roberto Fico —

Il prossimo 25 ottobre alla Camera dei deputati inizierà la discussione relativa al testo unificato sulla proposta di legge in tema di “Rifiuto di trattamenti sanitari e liceità dell’eutanasia”, già approvato a luglio dalle Commissioni Giustizia e Affari sociali di Montecitorio.

Questo testo rappresenta un vero e proprio incitamento al suicidio: infatti, diventerebbe più difficile accedere alle cure palliative (che sopprimono il dolore) che essere “aiutato a suicidarsi”. Oltretutto, il testo unificato non costituisce una semplice trasposizione legislativa di ciò che era stato deciso (in modo discutibile) dalla Corte Costituzionale, ma amplia le possibilità di essere complici del suicidio altrui. Non viene nemmeno prevista la possibilità per il medico di opporre l’obiezione di coscienza: alcuni medici rischiano di essere obbligati a “suicidare” il proprio paziente.

Se il Parlamento dovesse davvero seguire questa linea di pensiero, l’Italia non tarderebbe a diventare come quei pochissimi Paesi (solo una decina su 194) che hanno legalizzato da anni il suicidio assistito o l’eutanasia: nei quali – come in Olanda – si sopprimono anche i bambini, le persone affette da demenza o da altre patologie psichiatriche, e dove le richieste di suicidio assistito aumentano in modo esponenziale.

In effetti, una volta negata l’indisponibilità della vita, i “paletti” che circoscrivono i casi in cui si può chiedere l’eutanasia o il suicidio assistito sembrano arbitrari, e i presupposti fondamentali – una “sofferenza ritenuta intollerabile” e una “condizione clinica irreversibile” – sono talmente indeterminati da poter essere estesi ai casi più disparati. Il rischio del piano inclinato è troppo reale, e la tentazione per lo Stato di risparmiare sulle cure è consistente.

Piuttosto, devono essere potenziate le cure palliative e le terapie del dolore”. Non si può non riconoscere che la vita di ogni essere umano è intoccabile, e che nemmeno il Parlamento può decidere quali vite si possono sopprimere e quali no. Auspichiamo uno Stato che investa sulle cure palliative, in modo da eliminare la sofferenza e non il sofferente, uno Stato che continui a formare i medici per sostenere la vita e non per sopprimerla.

Chiediamo pertanto di tutelare la vita e di fare tutto ciò che è in vostro potere per evitare che il Parlamento legiferi su eutanasia e suicidio assistito, investendo piuttosto sulla vita e sulla terapia del dolore.

— Puoi scaricare qui il modulo cartaceo per la raccolta manuale delle firme —




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