Calcio – Buon compleanno a Dino Zoff

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Zoff – Auguri di compleanno ad un grandissimo giocatore ma soprattutto una bellissima persona, Dino Zoff,
Incontrare Dino Zoff per le strade di Roma è sempre una bella esperienza: non è cambiato con gli anni, sempre pacato, pronto ad una buona parola mai contrario ad un saluto o a donare un sorriso a chi lo riconoscenze o desidera scambiarci qualche parola.
Dino Zoff è uno dei grandi monumenti del calcio italiano. Unico giocatore ad aver vinto Mondiali (1982) ed Europei (1968), è stato uno dei migliori portieri mai visti al mondo. Nel corso della sua lunga carriera, ha indossato le casacche di Udinese, Mantova, Napoli e Juventus. Conta ben 112 presenze con la Nazionale. Nato il 28 febbraio 1942, è ancora oggi un grandissimo appassionato di calcio.

STORIA

L’ex portiere della nazionale è nato a Mariano del Friuli (Gorizia) il 28 febbraio 1942, risulta tuttora il quinto giocatore azzurro per numero di presenze (112) e con l’Italia si è laureato Campione d’Europa nel 1968 e Campione del Mondo nel 1982, titolo conquistato a 40 anni e da capitano.
Calcisticamente cresciuto nell’Udinese, Dino Zoff ha militato nel Mantova e nel Napoli, ma si è consacrato con la Juventus, in cui è arrivato nel 1972 e con la quale ha giocato fino a fine carriera, ossia fino al 1983 allorquando ha deciso di appendere gli scarpini al chiodo.
Nello stesso anno ha iniziato ad allenare i portieri della Juventus, poi è stato promosso in prima squadra e sulla panchina bianconera ha vinto sia la Coppa Uefa che la Coppa Italia del 1989/1990.
In qualità di tecnico ha conseguito il premio Guerin d’Oro della stagione 1989/90 ed il Seminatore I.N.A. del 1990.
Si è trasferito alla Lazio nell’estate dello stesso anno, ove è tornato nel 2001 dopo la parentesi come Ct azzurro e la sua delusione più grande: la sconfitta nella finale dell’Europeo 2000 contro la Francia al golden gol. E’ stato sulla panchina biancazzurra per quattro stagioni, fino a riportare il club in Coppa Uefa nel 1992/93. Nel 1994 Sergio Cragnotti lo ha consacrato come Presidente della Lazio. È tornato ad assumere la guida tecnica della prima squadra della capitale nel 1996/97, a seguito dell’esonero di Zdenek Zeman. Come Presidente ha vinto il premio Guerin d’Oro del 1996/97 e del 1997/98. Nella stagione 1997/98 la Lazio ha ingaggiato come tecnico lo svedese Sven Goran Eriksson e così Dino Zoff è tornato a farne il Presidente. Ne è statilo ancora Vice Presidente nel 2000 ed allenatore per l’ultima volta nel 2000/2001, quando a stagione in corso è subentrato al tecnico svedese oramai in partenza verso l’Inghilterra.

CARATTERISTICHE

Estremo difensore di sicura affidabilità e freddezza, Dino Zoff si distingueva per il notevole senso del piazzamento, la sicurezza nelle uscite — sia alte che basse— e la sobrietà negli interventi, finalizzati più all’efficacia che alla spettacolarità: significative in tal senso l’attitudine a bloccare il pallone quando possibile, anziché respingerlo e la preferenza per uniformi da gioco scarsamente appariscenti utili a non evidenziare la sua posizione tra i pali.
Atleta dotato di grande personalità, considerato un leader silenzioso, ha mantenuto un’eccellente condizione fisica per tutta la carriera, confidando nella possibilità di migliorarsi costantemente. La vittoria del campionato del mondo 1982 all’età di 40 anni[ e i 332 incontri disputati consecutivamente in Serie A sono due imprese ineguagliate.
Zoff è stato ritenuto in modo pressoché unanime il più grande portiere della storia del calcio italiano.
n panchina, Zoff ha proposto un calcio affine alla cosiddetta zona mista ovvero una miscela fra lo storico gioco all’italiana e le innovazioni zoniste introdotte a cavallo degli anni 1970 e 1980.
In questo senso è stabilmente ricorso a difese basate su un tradizionale libero, al quale chiedeva tuttavia anche di impostare l’azione, nonché comandare la retroguardia, variando all’occorrenza sul gioco a zona.
In generale, è stato un allenatore che rifuggiva da schemi e moduli predefiniti, poiché convinto che la tattica passasse in secondo piano davanti al rapporto umano tra un tecnico e i suoi calciatori.

DICHIARAZIONI

In una recente intervista a dichiarato che “ Aver vinto il Mondiale è stato il massimo, poi esserci riuscito a 40 anni è stato ancor più incredibile”.
C’è una gara che le piacerebbe rigiocare?
“No, sono convinto che se le cose sono andate in un certo modo, è perchè dovevano andare in quella direzione. Ormai sono state giocate, non si può tornare indietro”.
Chi è stato l’avversario che le ha dato più noia avere di fronte?
“Ho giocato contro tantissimi campioni. Posso dirle che non ho mai sopportato i furbi nel calcio. Oggi, con il VAR, non avrebbero più così tante occasioni per ingannare l’arbitro. Ecco, quelli non mi sono mai piaciuti”.
E’ cambiato il gioco del calcio rispetto ai suoi tempi?
“Si gioca sullo stesso campo di sempre, solo che ora gli spazi solo più limitati. Ormai le squadre stanno in pochi metri, c’è molto più fuorigioco ma l’essenza è sempre la stessa».
Ormai i portieri giocano con i compagni. Bisogna avere piedi buoni per essere un grande portiere?
“Non credo che uno sia un buon portiere se sa giocare bene con i piedi. Dovrebbe essere giudicato per la presa, per le capacità nelle uscite, per la reattività e non perchè sa giocare bene la palla con i piedi. Si chiama ancora portiere, ci sarà un motivo, no?”
Buon compleanno Dino!




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