CALCIO – NAPOLI, LA FESTA SCUDETTO E DE LAURENTIS

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NAPOLI – L’attesa è spasmodica ma oggi l’occasione è ghiotta: vincere matematicamente lo scudetto (Lazio ed Udinese permettendo) ed iniziare la girandola degli attesi festeggiamenti.

urelio De Laurentiis in questi giorni è scatenato, l’attesa per lo scudetto e le celebrazioni per il traguardo storico che riporta il tricolore a Napoli dopo 33 anni stanno accendendo tutta la sua fantasia. Dopo aver mandato la Pec per esercitare l’opzione per il rinnovo di Spalletti entro il 31 maggio, cautelandosi legalmente, il patron azzurro si sta facendo in quattro per l’organizzazione di questi giorni. Ieri ha fatto infuriare molti (soprattutto gli juventini) parlando di scudetto dell’onestà ma anche lui ha battuto i pugni sul tavolo.

A margine della riunione convocata in prefettura per definire i dettagli della festa scudetto nel capoluogo campano, ADL è stato un fiume in piena, rilasciando delle dichiarazioni che stanno facendo discutere.

Il produttore cinematografico ha infatti parlato di “irregolarità costanti” che hanno penalizzato la sua squadra, a volte “arrivata seconda”: “Ma potevamo arrivare primi se…”, e qui, sornione, ha lasciato il concetto in sospeso, per poi dare il colpo di grazia. “Sento di aver vinto altri scudetti, sicuramente quello dell’onestà che è la prima regola della mia vita”.

Dopo aver allestito in poche ore l’apertura dello stadio per Udinese-Napoli, con maxischermi in più posizioni (biglietto di 5 euro, in fila ieri per acquistare un posto on line c’erano oltre 100mila persone in serata)  e lui stesso, anziché andare a Udine, sarà allo stadio, la prima preoccupazione è l’ordine pubblico: per evitare assembramenti all’aeroporto di Capodichino e per non creare problemi di sicurezza il Napoli da Udine rientrerà solo venerdì pomeriggio e sta cercando un aeroporto alternativo. In pole, scrive il Corriere del mezzogiorno, c’è quello di Grazzanise. Bisogna però attendere l’ok dell’Aeronautica, mentre Salerno ha già detto no allo scalo.

Poi c’è la festa scudetto e qui De Laurentiis non vuol sentire ragione. Il Corriere del Mezzogiorno riporta le sue parole in Prefettura: «Diciamo la verità: a me interessa che venga predisposto un piano sicurezza efficiente e che venga organizzato un programma non noioso della festa: in parte musicale, con cui poter celebrare la napoletanità nella sua prestigiosa potenza internazionale; in parte dedicato al calcio e al simbolo di Maradona. Nelle prossime ore incontrerò i vertici della Rai per capire se ci sono le condizioni per mettere al centro della loro trasmissione la festa del Napoli e non altro, allora non bisogna impantanarsi in bandi, gare e burocrazia varia. In questi casi occorre agire con la celerità e la risolutezza dei privati».

De Laurentiis avrebbe minacciato di mandare all’aria l’evento in piazza Plebiscito qualora non dovesse trovare un accordo con la Rai o con Mediaset. In scaletta ci sarebbe prima il concerto di Gigi D’Alessio. Con il palco che diventa disponibile per la successiva festa azzurra. Ma De Laurentiis scuote il capo: «Non ho bisogno di nessuno — avrebbe ripetuto al tavolo in prefettura —: non ho bisogno dei soldi della Regione o del Comune di Napoli. Finanzio io. Poi, se voi volete partecipare, bisogna farlo senza gare, senza burocrazia. In tre giorni, se la Rai decide, firmiamo i contratti. Dobbiamo realizzare un evento che sia visibile e fattibile, degno della grandiosità di Napoli. Non possiamo allargarci a chissà quante altre piazze».

Altrimenti, addio Plebiscito: non resta che lo stadio Maradona — a pagamento — sul campo, il palco mobile 15×15 metri con quattro scale alla Escher e i paracadutisti che si lanciano dal cielo con i palloni azzurri.




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