Don Ottorino Baronio ed i valori del Popolo della Famiglia

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Non capita tutti i giorni di avere in una sola serata l’opportunità di ascoltare le parole precise, dettagliate e costantemente aggiornate in tempo reale di Gianfranco Amato e il fervore e la passione di Mario Adinolfi.

E siccome ho avuto questa grazia (e non uso a sproposito questo termine) vorrei renderne testimonianza.

Potrei farlo in diversi modi. Potrei dirvi come Gianfranco ci ha aggiornato in modo davvero splendido su quanto atrocemente avanza nel nostro paese: un piano sistematico e diabolico di distruzione della famiglia. Oppure potrei dirvi come Mario ci abbia acceso quel fuoco che abbiamo dentro e che sembra spesso essersi sopito di fronte all’annichilimento delle volontà e delle menti che la nostra società sta portando avanti.

Altrimenti potrei dirvi come entrambi con passione e determinazione, con audacia e senza mezzi termini si stiano spendendo per quelle verità che nei valori non negoziabili hanno per ogni uomo di buon senso e dovrebbero averlo ancor di più per un cristiano, il loro fondamento indiscutibile.

Ma da prete vorrei testimoniarvi questo momento partendo da un altro punto di vista….quello appunto del prete.

Il giorno stesso dell’incontro con Mario e Gianfranco ho ricevuto una mail di un mio confratello sacerdote che dissentiva sulla mia scelta di schierarmi così apertamente per il Popolo della Famiglia.

Mi scriveva tra l’altro così: “Quanto poi all’iniziativa di proporre una formazione politica di cui vai parlando da tempo in chiesa e di cui sei promotore e sostenitore in quanto parroco, mi permetto di esprimerti le mie perplessità, non certo sui valori che encomiabilmente intendi proporre e difendere in questa temperie culturale che non li riconosce più o li va smarrendo, ma sul fatto che tu in quanto parroco ti schieri a favore di una formazione politica. Più precisamente, non si tratta solo di perplessità, ma di un disaccordo. Mi pare tra l’altro che ai preti non sia consentito schierarsi a favore di una formazione politica e soprattutto fare propaganda per essa in maniera così esplicita e pubblica. Dal Vaticano II ci siamo liberati dal cosiddetto collateralismo e dal rischio di identificare quindi la comunità cristiana con un partito. Mi amareggia inoltre il fatto che si ritenga da parte tua, da parte dei Circoli La Croce…. che per difendere i valori della vita e della famiglia sia necessario adottare i metodi, discutibili a volte, che voi usate. Che si pensi che sia necessario partecipare agli incontri con Amato, Costanza Miriano, Adinolfi… per essere difensori del matrimonio e della famiglia; che l’unica strategia sia quella di alzare barricate e fare battaglie; che riconoscere il diritto di dissentire dalle tue iniziative e impegnarsi nel confronto significhi mostrarsi deboli e non sufficientemente decisi nel sostenere i valori non negoziabili … rispondendo, come hai fatto tu, che la verità non sopporta confronti. Coloro che ritengono di essere i possessori della verità e di essere gli unici difensori dei valori diventano settari e ritengono che gli altri hanno ceduto al relativismo imperante, solo per il fatto che preferiscono l’acribia del dialogo e del confronto alla spada sguainata dello scontro.”

Vorrei provare a rispondere a questi pensieri, proprio attraverso quanto ho ascoltato incontrando Gianfranco e Mario.

Parto dalla considerazione finale, quella di chi preferisce il dialogo: ma si può dialogare con chi mantiene posizione diametralmente opposte? Quale tipo di dialogo posso avviare con chi non intendere recedere da scelte sciagurate come le unioni civili, l’utero in affitto e altre derive sempre più devastanti? E quale dovrebbe essere lo scopo, l’esito di questo dialogo? Il compromesso? Ma per favore, siamo seri…non esiste nessuno spazio di dialogo!

E questo non significa alzare barricate, questo non vuol dire essere omofobi, questo non porta a non rispettare l’altro….

Questo è semplicemente avere chiara una verità che abbiamo ricevuto e che a nostra volta dobbiamo trasmettere, una verità che non possiamo tacere, una verità che sola basta a salvarci e che ci fa autenticamente liberi.

Mi ritengo possessore della verità? Perdonami, ma mi sembra che noi dovremmo essere custodi della verità! Una verità che ci è stata consegnata e che noi appunto custodiamo nei nostri fragili vasi di creta (le nostre vite di peccatori) ma che nello stesso tempo dobbiamo gridare sui tetti…perché se non lo faremo noi, se taceremo noi, grideranno le pietre!

Quel dialogo di cui caro confratello tu parli non solo non porta ad alcun fine ma è proprio esattamente ciò che tu dici: una debolezza ed un’inierzia di chi parla, scrive, ma poi non fa….di chi proclama ma poi non si muove… di chi sentenzia ma poi rimane chiuso nei suoi spazi.

Quanto poi all’osservazione che per difendere la famiglia serva andare agli incontri di Amato o Adinolfi o Miriano vorrei dire: e dove sentiamo con altrettanta forza difendere la famiglia? I suddetti uomini e donne di fede ne parlano sempre attraverso parole che nascono dal Vangelo, dalla fede, dal magistero… Certo che possiamo trovare altrove auterevoli fonti in difesa della famiglia, a partire dalle parole del Santo Padre (proprio oggi dalla Georgia parole fortissime in difesa della famiglia! La teoria del gender è una guerra mondiale contro la famiglia…parole di Papa Francesco).

Ma quali parole risuonano oggi con altrettanta forza e determinazione come quelle di Gianfranco e di Mario? E per favore non venitemi a dire che non può difendere la famiglia proprio chi con la famiglia ha sbagliato…perché un peccatore non può convertirsi? Un cristiano non può sbagliare e ravvedersi? E se ha l’umiltà di farlo, credo diventi una voce ancor più autorevole e appassionata, una voce vera!

Infine vorrei fermarmi sul passaggio che forse mi sta più a cuore, ovvero il riferimento al fare politica, allo schierarsi per un partito da parte di un prete.

Sì, ricordo bene questo richiamo alla non opportunità….ricordo come per anni ci è stato detto che bisognava formare cristiani che entrassero in politica e portassero avanti i valori cristiani stando all’interno delle varie formazioni politiche di destra e di sinistra. E tutto questo dove ci ha condotto? Ai vari Alfano… Bindi… Renzi….ecc…

Oggi noi siamo di fronte ad un parlamento che sta perseguendo una sistematica distruzione dell’antropologia, dell’uomo e della persona così come Dio e la natura ce l’hanno consegnato; siamo di fronte ad un sistematico smantellamento nel nome del profitto (lo sterco del demonio) e degli interessi di pochi di quella famiglia che è unica vera cellula fondamentale della società.

Gianfranco, Mario si stanno battendo perché possiamo arrivare ad avere voci auterevoli, voci forti che possano dire no a tutto questo, che possano opporsi con forza in difesa dei più deboli (i bambini), in difesa della vita, in difesa della famiglia.

Qui non c’è in gioco la vittoria di un partito o di un altro… non c’è destra o sinistra che tenga….qui c’è in gioco l’uomo…

Ancora una volta in questa serata ci è stata concessa la grazia di aprire gli occhi su ciò che si sta facendo all’uomo….se questo è un uomo! Ancora una volta ci è stato messo davanti con limpida forza il piano diabolico di chi vuole distruggere Dio e il sacro nel mondo, per togliere all’uomo la sua stessa dignità di creatura.

E allora si, carissimo confratello, sono ancor più convinto che occorra sostenere, promuovere, appoggiare, votare chi ha scelto di spendere la propria vita in difesa di tutto questo. Io non voglio che domani qualcuno mi rinfacci di aver taciuto, non voglio che mi venga detto dai bimbi di oggi: “Dove eri tu quando distruggevano la famiglia? Cosa hai fatto per impedirlo? Perché non ti sei opposto con forza?”

Non voglio dover mentire loro e dire che “stavo dialogando”!

Io non so dove mi porterà tutto questo… non so se i miei parrocchiani mi capiranno o mi rifiuteranno… ma so che tutto quanto sto vivendo mi porta a soffrire per il Vangelo, mi porta ad essere giudicato e criticato… ma mi porta anche a crescere sempre di più nella consapevolezza che ho combattutto la buona battaglia, ho conservato la mia fede (chiediamocelo un po tutti, noi preti…è così?), e quando Dio vorrà terminerò la mia corsa contento di aver corso per Lui ed aver messo tutte le mie forze per portare i miei fratelli alla salvezza. Perché questo vogliamo più di tutto: che siano salvi e abbiano la vita eterna.

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